Il padre di Giulia Cecchettin, la studentessa 22enne uccisa dall'ex l'11 novembre 2023, ospite all'evento di Sky TG24 a Milano. Nelle sue parole il ricordo della figlia, solare e semplice, e la battaglia contro la violenza di genere e i femminicidi portata avanti insieme alla sorella di Giulia, Elena. Il ricordo della moglie scomparsa prematuramente: "Monica e Giulia mi mancano ogni giorno di più, spero di ricordarle al più presto col sorriso"
"Non possiamo accettare i numeri dei femminicidi, serve un cambiamento culturale". Lo sottolinea Gino Cecchettin, padre di Giulia, la studentessa 22enne uccisa dall'ex l'11 novembre 2023. Ospite all'evento di Sky TG24 a Milano, Cecchettin ricorda la figlia e parla del messaggio che cerca di trasmettere, della battaglia contro la violenza di genere e contro i femminicidi, portato avanti anche da Elena, sorella di Giulia (SEGUI GLI AGGIORNAMENTI)..
Cecchettin: spero di ricordare Monica e Giulia con il sorriso
Gino Cecchettin parla dei mesi molto difficili che sta vivendo, dopo la scomparsa della figlia: "Non sono nei miei momenti migliori, il peggio purtroppo non arriva subito. Giulia, come Monica [moglie di Gino, scomparsa prematuramente, ndr], mi mancano sempre di più e ogni settimana si aggiunge un pezzettino di quel pezzo mancato. Arrivi ad un punto che la mancanza la senti nel profondo, finché non te ne fai una ragione. Spero di arrivare a ricordare Monica e Giulia col sorriso". Poi aggiunge: "Trovare un senso al dolore? Forse non lo troverò mai per quello che è successo a Giulia. Ma a posteriori ho pensato a lei come oggetto d'amore, per non farmi sopraffare da sentimenti negativi. Essendo Giulia una persona altruista, ho cercato di trovare un senso nelle azioni, far sì che quello che ho passato io possa essere d'aiuto a qualcuno, affinché passasse un messaggio, in famiglia e nella società in generale. Non possiamo accettare che ci siano carneficine come quella dell'anno scorso".
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Cecchettin: non possiamo accettare i numeri dei femminicidi
I dati del fenomeno della violenza di genere, anche nel 2024, sono impressionanti: ci sono stati 30 omicidi di donne, la metà sono femminicidi, cioè di donne uccise in quanto donne. "Da genitori - spiega Gino Cecchettin - ci prodighiamo per far avere ai ragazzi una vita normale, Giulia studiava all'università, in un ambiente non certo da bassifondi. Una mattina ti svegli e ti trovi in un vortice e cerchi di analizzare il perché. Poi è stata mia figlia Elena ad illuminarmi, a capire un po' questo fenomeno". Gino e la sua famiglia hanno subito anche critiche per la loro denuncia forte rispetto ai femminicidi e alla violenza di genere: "Siamo stati criticati e ci sono stato male. Ma quando ho pensato al dolore della mancanza di mia figlia e al dolore delle critiche, tutto è scomparso. Non ne facciamo un discorso politico, ma è di cultura e società. Non possiamo accettare i numeri dei femminicidi. Il nostro progetto è attivare una fondazione per fare formazione nelle scuole e nelle università contro la violenza di genere. Daremo borse di studio".
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Cecchettin: necessario un cambiamento culturale
Nel suo libro, Gino Cecchettin spiega che dietro i femminicidi c'è un problema culturale che richiede un cambiamento da parte dell'uomo: "Sarà un processo che porterà alla parità. Noi uomini dobbiamo capire che le donne devono essere libere di vivere la propria vita. A Giulia questa libertà è stata negata, lei ha deciso di non amare una persona e lui ha deciso del futuro di Giulia". E aggiunge: "Giulia era un modello di ragazza pura, libera, semplice. La presa di posizione di Elena è stata molto forte, lei ha trovato la razionalità per spiegare cosa era successo. Ha scosso le coscienze. Tante persone in piazza sono state attratte anche dalle parole di Elena. In quanto donna si sente di dare questo contributo. Sa cosa vuole, forse può essere da stimolo per altri studenti".
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Cecchettin: denunciate i rapporti tossici
Gino Cecchettin spiega di non poter pensare al perdono per l'ex di Giulia, ma di non portare rabbia: "Ho deciso di fare un regalo, far riviviere Giulia in quel libro che ho scritto. Non ho voluto aggiungere altre parti, anche scabrose. Non porto rancore e rabbia, ma non riesco a pensare al perdono. Io non ce l'ho con i genitori di chi l'ha uccisa, non posso giudicare. Giulia aggiungeva sempre qualcosa in più, come nei suoi disegni, per noi, per gli amici. Sembra poco, ma non lo è. Donava tempo alle persone, una parte di sé". E aggiunge: "Ho inseguito tante chimere nella mia vita, ho sacrificato tanto tempo all'attività lavorativa. Potevo dedicare più tempo alla famiglia. Parlavamo spesso della violenza sulle donne, tema portato in tavola da Elena. Lei e Giulia condividevano un modo di pensare più giovane, diverso dal nostro. Come ad esempio sul cat calling". E a una domanda dei ragazzi in studio sui rapporti tossici, commenta: "Bisogna farsi aiutare, il padre e la madre devono instaurare un dialogo talmente aperto con il proprio figlio o figlia così da far loro raccontare ogni particolare. I genitori devono trovare il tempo per ascoltarvi. Bisogna farsi aiutare se avete capito che la relazione è tossica, per far sì che si trovi una soluzione"