Il padre di Salis sul caso Forti: “Profilo basso? Con Ilaria hanno funzionato i media”

Cronaca
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“Il governo con noi ha avuto 11 mesi di profilo basso e non è successo nulla”, ha detto Roberto Salis commentando quanto riferito, anche da Tajani, riguardo al trasferimento in Italia di Chico Forti, sul fatto che questi risultati si ottengono lavorando in silenzio. "Non sappiamo ancora la data in cui Ilaria potrà essere trasferita ai domiciliari”, ha aggiunto

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"Onestamente faccio già fatica a seguire il caso di mia figlia e non ho seguito assolutamente quello di Chico Forti. Il profilo basso dipende da cosa si intende: il governo con noi ha avuto 11 mesi di profilo basso per fare tutto quello che era necessario e non è successo nulla. Io sono portato a pensare che le condizioni di Ilaria siano iniziate a migliorare nel momento in cui c'è stata una campagna mediatica intorno a lei". Lo ha riferito Roberto Salis, padre di Ilaria, commentando quanto detto anche dal ministro degli Esteri Antonio Tajani in merito al trasferimento in Italia di Chico Forti, sul fatto che questi risultati si ottengono lavorando in silenzio. "Tutte le richieste avanzate dal governo tramite l'ambasciata prima di questo sono state assolutamente non ascoltate”, ha aggiunto il padre di Ilaria Salis, a Milano, a margine di un incontro pubblico di Alleanza Verdi Sinistra con cui ora Ilaria è candidata alle Europee.

Roberto Salis: “Non si sa la data dei domiciliari di Ilaria”

Roberto Salis ha poi riferito che, al momento, non si sa la data in cui Ilaria Salis potrà essere trasferita ai domiciliari in Ungheria. “Stiamo aspettando l'espletamento della burocrazia relativa al trasferimento dei fondi. Il bonifico è stato fatto e aspettiamo che arrivi il prima possibile”, ha dichiarato il padre di Ilaria Salis, per poi sottolineare che sua figlia "è euforica, ma anche un po' stressata, perché sapere che puoi finalmente uscire ma senza sapere quando, crea un po' di stress". "Sembrava che la potessero mandare ai domiciliari già venerdì e addirittura le hanno portato via il cellulare che usa per comunicare - ha spiegato -. Poi però hanno capito che era stato deciso ma che era condizionato dall'arrivo dei fondi, per cui è tornato tutto indietro e le hanno dato un altro cellulare.

“Ai domiciliari rimarrà il problema della sicurezza”

Una volta che sarà stata spostata ai domiciliari rimarrà poi il problema "gravissimo" della sicurezza e bisognerà "considerare anche quella di tutte le persone che stanno intorno a Ilaria e che dovranno andare al suo domicilio per assisterla e accudirla in tutte le sue necessità”, ha poi sottolineato Roberto Salis. A chi gli ha chiesto se il trasferimento ai domiciliari possa influire sulla campagna elettorale,  ha risposto "no" perché "tutte le persone che stanno accingendosi a votarla hanno capito perfettamente che comunque non è cambiato nulla. Il processo ingiusto è ancora in corso, Ilaria rischia fino a 24 anni di carcere e il passaggio ai domiciliari peggiora la situazione perché un giorno in carcere vale un giorno, un giorno ai domiciliari vale un quinto di un giorno".


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