Mattarella premia i giovani Alfieri: “Siete testimoni di solidarietà e impegno civile”

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Il presidente della Repubblica al Quirinale ha conferito i riconoscimenti a 29 ragazzi e ha osservato: “Per vivere bene insieme è necessario che via sia, oltre alla consapevolezza dei propri diritti, quella delle proprie responsabilità verso gli altri”. Poi ha aggiunto: “La pace si costruisce a partire dalla vita di tutti in giorni, dall’incontro con chi ci è vicino, anche se è uno sconosciuto che incontra per caso la nostra strada. Questo è quanto avete fatto, verso familiari, amici, conoscenti, sconosciuti”

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“È, per me, un vero piacere accogliervi qui perché siete testimoni di solidarietà. ‘Testimoni’. Perché espressione di generosità, di amicizia, di passione sociale, di impegno civile; atteggiamenti che per fortuna sono diffusi tra i nostri ragazzi. Le esperienze in cui vi siete personalmente segnalati non sono eccezioni. Testimoniate una realtà di comportamenti esemplari più vasta. Le vostre storie, i riconoscimenti che ricevete oggi, la rappresentano”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si è rivolto ai 29 giovanissimi Alfieri della Repubblica in occasione della premiazione al Quirinale.

“La società è anche responsabilità”

“La solidarietà è un indispensabile presupposto del benessere di una comunità - ha proseguito Mattarella - La vita sociale non si svolge soltanto sulla base del rispetto delle regole che si è data: questo è il minimo. Per vivere davvero bene insieme, per raggiungere una condizione di vita sociale realmente appagante, in cui sentirsi davvero inseriti con piena soddisfazione, è necessario che via sia, oltre alla consapevolezza dei propri diritti, quella delle proprie responsabilità verso gli altri. È l’esercizio di questa responsabilità che fa sentire realizzati, che rende sereni e, ancor più, rende anche felici”.

“Attiva e coraggiosa solidarietà”

“Tra voi ci sono ragazze e ragazzi che si sono impegnati con grande generosità nei giorni drammatici delle alluvioni che hanno colpito la Romagna, e poi parte della Toscana. Questo è uno dei comportamenti che ha determinato il riconoscimento che state per ricevere”, ha detto ancora il presidente della Repubblica. “Sono tante - e anche per questo entusiasmanti - le forme e le circostanze in cui avete manifestato attiva, e spesso coraggiosa, solidarietà”, ha aggiunto Mattarella.

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“L’individualismo può diventare una prigione”

“La disponibilità verso gli altri, la prontezza di rispondere alle loro necessità - talvolta vere emergenze - è tutt’altro che un mettere da parte le proprie esigenze.  Al contrario, è gratificante e rende - come dicevo - davvero felici”, ha osservato il capo dello Stato. “La solitudine, l’individualismo, la considerazione degli altri come non soltanto estranei ma ostili, divengono progressivamente delle prigioni. Si è prigionieri della chiusura in sé stessi, dove la crescita personale rallenta, viene frenata; e dove il gusto della vita inaridisce. La solidarietà è anche la principale fonte di sicurezza collettiva. Perché poter contare sugli altri ci rende più sicuri. E perché fa crescere in noi la fiducia”.

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“Pronunciamo di rado la parola ‘fraternità’”

Mattarella ha poi raccontato: “Due giorni fa, in questa sala, ho incontrato un buon numero di persone a cui, negli ultimi anni, è stato assegnato il Premio Nobel per la Pace. Erano qui, a Roma, perché impegnati in incontri con l’obiettivo di far diffondere nel mondo il senso di fraternità”. “Pronunciamo di rado questa parola: fraternità - ha osservato il presidente della Repubblica - Viene da tanti ritenuta di significato esclusivamente religioso, quando non un’ingenua illusione di anime sognanti. Ma non è così. Non bisogna avere complessi o ritegno nel pronunciare questa parola. E nel viverla. La pace - cui tutti diciamo di aspirare - si costruisce anzitutto a partire dalla vita di tutti in giorni, dall’incontro con chi ci è vicino, anche se chi ci è vicino in quel momento è uno sconosciuto, che incontra per caso la nostra strada. Questo è quanto avete fatto, verso familiari, amici, conoscenti, sconosciuti. E come fanno, in Italia, tanti altri, che voi oggi rappresentate. Per questo siete qui e ricevete questo riconoscimento, come segno di gratitudine della nostra Repubblica”.

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