Processo Regeni, nuova udienza. Medico legale: torture su corpo, da uso mazze a bruciature

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Nel processo di fronte alla corte d'Assise di Roma sono imputati quattro 007 egiziani. Il medico legale Vittorio Finceschi, consulente della Procura: sul corpo del ricercatore ucciso nel 2016 "abbiamo riscontrato quasi tutte le torture messe in atto in Egitto e descritte nella letteratura scientifica egiziana: pugni, calci, uso di mazze, bruciature". "È stata un'udienza durissima. Abbiamo visto tutto il male del mondo su Giulio e ne abbiamo ascoltato la minuziosa descrizione", ha detto l'avvocata della famiglia

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Sul corpo di Giulio Regeni, il ricercatore italiano ucciso in Egitto nel 2016, "abbiamo riscontrato quasi tutte le torture messe in atto in Egitto e descritte nella letteratura scientifica egiziana: pugni, calci, uso di mazze, bruciature". Lo ha detto Vittorio Finceschi, consulente della Procura di Roma, nel corso della sua audizione nel processo davanti alla corte d'Assise di Roma a carico di quattro 007 egiziani accusati del sequestro, delle torture e dell'omicidio del giovane. "È stata un'udienza durissima. Abbiamo visto tutto il male del mondo su Giulio e ne abbiamo ascoltato la minuziosa descrizione. Giulio, come sappiamo, e ne abbiamo avuto la prova ancora oggi, è stato torturato per giorni e poi gli è stata procurata la morte", ha commentato Alessandra Ballerini, avvocata della famiglia Regeni, dopo l'udienza. "Era un'udienza necessaria perché il corpo di Giulio parla e parla anche nel bene perché non gli è stata riscontrata nessuna sostanza tossica. È stata dura ma era importante e inevitabile. Non abbiamo voluto mostrare le immagini per la dignità di Giulio, ho voluto che i genitori non partecipassero mentre veniva raccontato tutto quello che era stato fatto al loro figlio", ha aggiunto la legale. Ballerini aveva infatti chiesto e ottenuto che una parte dell'udienza si svolgesse a porte chiuse e che non fossero divulgate immagini.

Le parole del medico legale

Oggi, in aula, sono stati ascoltati un medico legale e un tossicologo. Vittorio Finceschi, medico legale consulente della Procura di Roma ha spiegato che Regeni ha subìto diverse torture in Egitto tra cui pugni, calci, bruciature, bastonate sui piedi e ammanettamento di polsi e caviglie. Fineschi ha effettuato l'autopsia sul corpo del ricercatore italiano, trovato morto il 3 febbraio di 8 anni fa sulla strada che collega Cairo con Alessandria, il 6 febbraio del 2016. Sul corpo di Regeni "abbiamo riscontrato quasi tutte le torture messe in atto in Egitto e descritte nella letteratura scientifica egiziana: pugni, calci, uso di mazze, bruciature", ha detto Fineschi. In particolare, ha spiegato, l'Egitto "negli anni ha pubblicato due lavori scientifici sulla tortura: uno su 140 casi torture su persone, non uccise, prima arrestate e poi torturate nelle stazioni di polizia o carcere con pugni, calci, mazze, trascinamento del corpo, bruciature, ammanettamento di polsi e caviglie e l'utilizzo di un pettine chiodato. Un secondo studio su 367 casi di torture avvenuti nel 2009-2010 in Egitto in cui vengono riportate moltissime modalità di tortura, riscontrate anche sul corpo di Giulio Regeni come le bastonate sui piedi fino alla frattura di tutte le ossa". Parlando dell'autopsia svolta in Egitto, il consulente ha affermato che è stata un’attività "al di sotto dello standard minimo. Gli egiziani hanno attribuito la morte a un ematoma che ha compresso il cervello così tanto da portarlo alla morte. Causa non compatibile con quello che abbiamo riscontrato noi. In Egitto sono stati compiuti approfondimenti incompleti e poco approfonditi".

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Il tossicologo: morte "stimata tra le 22 del 31 gennaio e le 22 del 2 febbraio 2016"

In aula ha parlato anche il tossicologo Marcello Chiarotti, consulente della Procura. La morte di Giulio Regeni, ha detto, è "stimata tra le 22 del 31 gennaio e le 22 del 2 febbraio del 2016". Anche Chiarotti ha effettuato l'autopsia il 6 febbraio del 2016 e ha prelevato cellule dell'umor vitreo dagli occhi del ricercatore, che serve a valutare il livello di potassio nella fase post mortem. "Il nostro lavoro ha portato a una stima della morte a 124 ore prima del prelievo, quindi risalirebbe al periodo compreso tra le 22 del 31 gennaio e le 22 del 2 febbraio. Tutti gli accertamenti tossicologici hanno dato esito negativo sia sull'uso da parte di Giulio di droghe e farmaci sia sulla somministrazione di sostanze tossiche e velenose", ha aggiunto.

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Studenti leggono passaggi del libro "Giulio fa cose"

Prima dell'udienza, si è svolto un sit-in a piazzale Clodio. Un gruppo di studenti del liceo romano Tito Lucrezio Caro ha atteso l’arrivo dei genitori di Giulio Regeni davanti alla città giudiziaria: i giovani hanno poi letto alcuni passaggi del libro Giulio fa cose, scritto dai genitori del ricercatore italiano. "Ringraziamo immensamente questi ragazzi, hanno scelto dei passaggi del libro non a caso, con il cuore - hanno detto Paola Deffendi e Claudio Regeni - Si riconoscono in Giulio".

 

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