Biennale Venezia, padiglione di Israele resterà chiuso fino alla liberazione degli ostaggi

Cronaca
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L'annuncio in un cartello esposto stamattina. La decisione dell'artista, Ruth Patir, non è quella di cancellare l'esibizione, "ma è una scelta di solidarietà con le famiglie degli ostaggi e la grande comunità di Israele che chiede un cambiamento"

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Il Padiglione di Israele alla Sessantesima Biennale di Venezia, che doveva aprire oggi, resterà chiuso "sino a che non sarà pattuito un cessate il fuoco e non saranno liberati gli ostaggi" nelle mani di Hamas. E' l'annuncio comparso stamane in un cartello esposto all'esterno del padiglione israeliano alla Biennale Arte. ” (GLI AGGIORNAMENTI SULLA GUERRA ISRAELE-HAMAS).

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Le parole dell'artista  Ruth Patir

La decisione dell'artista israleiana, Ruth Patir, non è quella di cancellare l'esibizione, "ma è una scelta di solidarietà con le famiglie degli ostaggi e la grande comunità di Israele che chiede un cambiamento". Patir ha preso la decisione insieme alle curatrici della mostra, Tamar Margalit e Mira Lapidot, dopo settimane di appelli da parte di attivisti pro-Palestina a boicottare il padiglione "Noi (Tamar, Mira e io) siamo diventati la notizia, non l'arte. E se mi viene dato un palcoscenico così straordinario, voglio farlo valere", ha dichiarato  Ruth n una storia pubblicata sul suo profilo Instagram. "Mi oppongo fermamente al boicottaggio culturale, ma poiché sento che non ci sono risposte giuste, e posso fare solo quello che posso con lo spazio che ho, preferisco alzare la voce con coloro con cui sto nel loro grido, cessate il fuoco ora, riportate indietro le persone dalla prigionia. Non ce la facciamo più". I visitatori potranno intravedere il lavoro dell'artista solo attraverso le finestre del padiglione, dove il suo progetto "(M)otherland" si trova sotto chiave.

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