Biennale, 8mila artisti chiedono esclusione di Israele. Sangiuliano: “No a intolleranti”
Politica“È inaccettabile ospitare uno Stato impegnato nelle atrocità in corso contro i palestinesi a Gaza. No al Padiglione del Genocidio alla Biennale”, si legge in una lettera indirizzata alla Fondazione della Biennale che ha raccolto oltre 8mila sottoscrittori tra artisti, istituzioni ed enti culturali. La risposta del ministro della Cultura: “È inaccettabile, oltre che vergognoso, il diktat di chi ritiene di essere il depositario della verità e con arroganza e odio pensa di minacciare la libertà di espressione”
Migliaia di artisti, oltre a istituzioni ed enti culturali, hanno chiesto l'esclusione di Israele dalla prossima Biennale d'Arte di Venezia, in programma dal 20 aprile al 24 novembre. A stretto giro è arrivata la reazione di Gennaro Sangiuliano, in una nota intitolata “No agli intolleranti, sì a Israele”. La Biennale, ha dichiarato il ministro della Cultura, “sarà sempre uno spazio di libertà, incontro e dialogo e non uno spazio di censura e intolleranza” (GLI AGGIORNAMENTI SULLA GUERRA ISRAELE-HAMAS).
La lettera degli artisti: “No al Padiglione del Genocidio”
La richiesta di escludere Israele è contenuta in una lettera diretta alla Fondazione della Biennale, che ha già raccolto oltre 8mila sottoscrittori. “Mentre il mondo dell'arte si prepara a visitare il diorama dello stato-nazione ai Giardini – si legge nell'appello –, affermiamo che è inaccettabile ospitare uno Stato impegnato nelle atrocità in corso contro i palestinesi a Gaza. No al Padiglione del Genocidio alla Biennale”. I promotori dell'iniziativa hanno sottolineato che "la richiesta di riconoscimento delle atrocità commesse dai partecipanti" all'esposizione veneziana "non sono senza precedenti". Dal 1950 al 1968, ricordano, "a causa della diffusa condanna globale e degli appelli al boicottaggio, il Sudafrica dell'Apartheid fu scoraggiato dall'esporre e messo da parte quando la Biennale assegnò gli spazi. Il Sudafrica non fu riammesso fino all'abolizione del regime dell'apartheid nel 1993". Poi si cita anche il caso del conflitto russo in Ucraina: "Nel 2022 – si legge nella lettera – la Biennale ha condannato l'inaccettabile aggressione militare da parte della Russia, che includeva la dichiarazione di rifiutare qualsiasi forma di collaborazione con coloro che hanno compiuto o sostenuto un atto di aggressione così grave". I promotori hanno puntato il dito anche contro "il silenzio" della Biennale "sulle atrocità di Israele contro i palestinesi. Siamo sconvolti da questo doppio standard - proseguono -. Qualsiasi lavoro che rappresenti ufficialmente lo Stato di Israele costituisce un'approvazione delle sue politiche genocide. Non esiste libera espressione per i poeti, gli artisti e gli scrittori palestinesi assassinati, messi a tacere, imprigionati, torturati”.
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La risposta del ministro Sangiuliano
La risposta del ministro Sangiuliano è arrivata con una nota diffusa dal ministero della Cultura. "È inaccettabile, oltre che vergognoso, il diktat di chi ritiene di essere il depositario della verità e con arroganza e odio pensa di minacciare la libertà di pensiero e di espressione creativa in una nazione democratica e libera come l'Italia – si legge –. Israele non solo ha il diritto di esprimere la sua arte ma ha il dovere di dare testimonianza al suo popolo proprio in un momento come questo in cui è stato duramente colpito a freddo da terroristi senza pietà". "Allo Stato di Israele, ai suoi artisti e a tutti i suoi cittadini – prosegue il ministro – va la mia più profonda solidarietà e vicinanza". Sangiuliano, poi, sottolinea quanto proprio la cultura sia "un ponte tra le persone e le nazioni, non un muro di divisione".