Uno studio della Fondazione Nordest parla di 2,3 milioni di persone in meno tra 17 anni. Meno abitanti vorrà dire minore mercato interno, dunque più bassi consumi ma anche investimenti inferiori
Senza migrazioni, e senza un'inversione nel trend delle nascite, il Nord Italia è atteso da una “glaciazione” demografica che entro il 2040 porterà un saldo negativo rispetto all'attuale di 2,3 milioni di residenti. I dati parlano chiaro. Tra 17 anni si passerà dai 27,4 milioni di abitanti del 2023 a 25,1 milioni. E' quanto afferma uno studio della Fondazione Nordest, partendo dal record negativo di natalità registrato nel 2023 nel Paese.
A livello regionale
Gli effetti più pesanti si vedranno in Lombardia (-673mila), Piemonte (-493mila) e Veneto (-387mila). Per il Veneto in particolare la Fondazione ipotizza che la popolazione diminuirà dagli attuali 4.849.553 residenti ai 4.688.294 del 2030, per scendere ulteriormente ai 4.461.849 del 2040, vale a dire una perdita secca nell'arco temporale preso in considerazione dell'8%.
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Calo di nascite
Nel dettaglio, l'Istat ha certificato l'undicesimo anno di calo delle nascite 2013. Rispetto ai 577mila del 2008, nel 2023 sono nati appena 379mila bambini. Un crollo dei numeri differenziato a livello regionale con riduzioni importanti al Nord. “Il numero medio di figli per donna che scende da 1,24 nel 2022 a 1,20 nel 2023, diminuisce in tutto il territorio nazionale". Al Nord passa da 1,26 nel 2022 a 1,21 nel 2023, nel Centro da 1,15 a 1,12; il Mezzogiorno, con un tasso di fecondità totale pari a 1,24, il più alto tra le ripartizioni territoriali, registra una flessione inferiore rispetto all’1,26 del 2022.