Poliambulatori gratuiti, case per donne in difficoltà e i loro figli, dormitori per chi non ha una casa, residenze per studenti svantaggiati. Dal Piemonte alla Calabria, arrivando fino in Sri Lanka, questi sono solo alcuni degli interventi al centro delle attività di rilevanza sociale e culturale portate avanti dalla Chiesa cattolica grazie all’8xmille
Accoglienza, sostegno all’educazione, aiuto a chi è in condizioni di povertà, restauro, cura e assistenza ai malati. Poliambulatori gratuiti per chi non riesce ad accedere alle cure sanitarie, case di accoglienza per donne in difficoltà e i loro figli, dormitori per chi non ha una casa. Sono solo alcuni dei campi di intervento al centro delle attività di rilevanza sociale e culturale che la Chiesa cattolica ha potuto e continua a sostenere attraverso l’8xmille. Gli interventi toccano non solo tutto il territorio italiano - dal Nord al Sud, passando per il Centro - ma vanno anche oltre i confini nazionali, spingendosi nelle aree più svantaggiate dei Paesi in via di sviluppo.
A Cassano all’Ionio, in provincia di Cosenza, il contrasto alla povertà educativa passa per un doposcuola speciale
Con 150mila euro giunti dai fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica nel 2023, un palazzo della diocesi a Cassano all’Ionio, Cosenza, è diventato un centro socioeducativo dove costruire il futuro di bambini e adolescenti tra i 6 e i 14 anni, provenienti da famiglie in difficili condizioni economiche e sociali. Lo si fa per toglierli da un contesto sociale condizionato dalla criminalità organizzata: il contrasto alla povertà educativa passa da un doposcuola speciale che per i ragazzi, tra laboratori e attività ludiche, didattiche e sportive, diventa un luogo sicuro dove crescere. È quello a cui punta il progetto “L’appetito vien studiando”, attivo dal 2016, che ogni anno coinvolge circa 40 giovani: si tratta spesso di giovanissimi “con bassa autostima e che manifestano difficoltà emotive e socio-relazionali”, spiega Silvia Cirigliano, psicologa del progetto. La portata educativa è potenziata poi dal “Centro per le famiglie”, dove un team di professionisti garantisce supporto psicologico e consulenza pedagogica ai nuclei coinvolti. “Io sono ripartita grazie a loro, qui ho trovato persone che mi ascoltano e, poi, una casa e una famiglia”, dice la mamma di due bambini che ha partecipato alle attività del Centro. A questo si aggiunge il servizio mensa, attivo in tutti i giorni feriali, che “rappresenta per molti bambini l’opportunità di consumare l’unico pasto nutriente della giornata”, sottolinea la responsabile del progetto, Angela Marino.
La residenza per studenti nello Sri Lanka che ancora fa i conti con i lasciti della guerra civile
Il sostegno all’educazione fornito dall’8xmille alla Chiesa cattolica è arrivato anche in Sri Lanka, a Mannar, centro costiero di pescatori e agricoltori duramente colpito dalle violenze della guerra civile che per oltre 30 anni ha flagellato il Paese. Un’area con meno opportunità di altre, dove l’accesso al lavoro e all’istruzione risulta limitato. L’organizzazione no profit La Salle Foundation presidia il territorio da decenni, spingendo su un approccio educativo integrato per i bambini della zona, dalla scuola materna alle primarie e secondarie. A Mannar ha lavorato anche alla residenza per studenti della scuola secondaria St. Xavier Boys Hostel, dove chi viene dalle famiglie più vulnerabili può essere ospitato e frequentare le lezioni. Con oltre 650mila euro ricevuti grazie alle firme per l’8xmille alla Chiesa cattolica è stato realizzato l’ostello che ha sostituito quello precedente, non più agibile e sicuro. Oggi ospita 50 ragazzi, dal prossimo anno scolastico saranno 80. Sono principalmente gruppi minoritari vulnerabili, la maggioranza di origine Tamil. “Avere la possibilità di completare la scuola secondaria per questi giovani significa avere l’opportunità di continuare gli studi o di candidarsi per un lavoro, in grado di migliorare il proprio sostentamento e quello delle proprie famiglie, superando la trappola della povertà”, spiega Fratel Selva (FSC), responsabile del St Xavier Boys Hostel La Salle.
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I 20mila pasti caldi della mensa diocesana a San Ferdinando
A San Ferdinando, Reggio Calabria, grazie al progetto 8xmille “Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare”, opera la mensa diocesana della Caritas di Oppido Mamertina-Palmi, aperta a chi è in condizioni di povertà estrema - per la maggior parte famiglie in difficoltà economica e migranti residenti sul territorio - e quindi a rischio esclusione sociale. Presso l’Istituto delle Suore della Carità, in una zona centrale del paese, ospita 100 posti a sedere e grazie a 30 volontari distribuisce 400 pasti alla settimana. Il servizio, racconta il diacono Michele Vomera, direttore della Caritas, è nato durante la pandemia con il metodo d’asporto. Poi si è sedimentato, anche grazie agli sportelli d’ascolto presenti. Ha messo in moto un meccanismo di solidarietà ad ampio raggio. Spesso gli ospiti restituiscono l’accoglienza ricevuta offrendo il loro aiuto ai volontari e ai nuovi arrivati nell’integrazione linguistica. C’è poi chi ha condiviso la propria cultura con la preparazione e il consumo di pasti tradizionali dei propri Paesi di origine. Gestita dall’Associazione “I Segni dei Tempi ETS”, tra il 2020 e il 2022 dai fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica ha ricevuto 115mila euro.
Il monastero di Verona che diventa condominio solidale per le madri in situazioni di difficoltà
Fragilità pregresse, perdita del lavoro, separazioni, assenza di una rete familiare di supporto. Sono molti i motivi per cui una donna con figli minori, rischia di finire in emergenza abitativa. A chi è successo ha dato una mano la Caritas diocesana di Verona, trasformando parte di un monastero in casa d’accoglienza. All’ombra di Castel Vecchio trovano spazio otto alloggi autonomi, uniti da una sala con divani e libreria e una corte esterna che permettono di costruire relazioni, confrontarsi e creare le condizioni per sostenersi a vicenda. Si chiama Casa Santa Elisabetta: è quasi “un’oasi nel deserto” in un “contesto di individualismo diffuso e di crescenti divisioni sociali” il progetto “che si pone nel mezzo tra le esperienze di co-housing e quelle dei condomini sociali”, spiega il Vescovo Domenico Pompili, presidente della Caritas. L’attenzione alle ospiti e al loro percorso verso l’autonomia è pari a quella per i loro figli, per cui possono essere attivati voucher educativi per fruire di attività culturali, corsi extrascolastici e altre opportunità formative. Elisa, una mamma accolta insieme ai figli, racconta di essere rimasta “senza parole” quando è arrivata a Casa Santa Elisabetta: “Non pensavo che stesse succedendo a me”. L’ospitalità dura fino a 24 mesi, perché l’obiettivo - a cui si lavora con progetti educativi ad hoc per ogni famiglia - è quello di trovare poi un’altra soluzione abitativa e una maggiore indipendenza. I fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica sono stati la risorsa fondamentale, per un totale di 500mila euro, che ha permesso di avviare la struttura nel 2018. Finora ha accolto 19 ospiti.
Il tesoro restaurato di Gubbio
Sulla Via Perugina, appena fuori dalle mura urbane di Gubbio, svetta la Chiesa barocca della Madonna del Prato. È lì dal 1662, voluta dal Vescovo Alessandro Sperelli ed eretta sul terreno di proprietà delle Monache di Santo Spirito, a replicare il progetto del San Carlino alle Quattro Fontane dei Trinitari spagnoli a Roma. È una sorta di “scrigno che racchiude un tesoro inestimabile raccontato con precisione meticolosa dal punto di vista teologico”, come la definisce Elisa Polidori, direttrice dell’ufficio per i beni culturali della diocesi di Gubbio e del museo diocesano. Dopo il terremoto dell’agosto 2016, la Chiesa era diventata inagibile. Nel 2019, grazie all’8xmille alla Chiesa cattolica, è iniziato il suo percorso di restauro. È finito dopo 375 giorni, 600 mq di stucchi consolidati e restaurati e altri 330 mq di intonaco consolidato e superficie affrescata restaurata. Alla comunità cristiana e civile di Gubbio sono stati così restituiti gli oltre 350 anni di storia raccontati dalla Madonna del Prato, ancora oggi fulcro della vita liturgica e pastorale della comunità parrocchiale, visitata ogni anno da più di 12mila persone. I proventi dell’8xmille per la chiesa sono arrivati a 533mila euro, a cui si sono aggiunti i 250mila euro di fondi del terremoto messi a disposizione dalla Regione Umbria.
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L’accoglienza diffusa che scalda Salerno
Nel 2022 nel centro storico di Salerno è arrivato il Polo della Carità. In questi anni ha risposto ai bisogni di chi si è ritrovato a vivere in condizioni di povertà estrema, grazie a un sistema di accoglienza diffusa. E ancora, attività di accompagnamento e sostegno con colloqui individualizzati, segretariato sociale, orientamento ai servizi, ambulatorio medico, supporto nelle cure e nell’assunzione dei farmaci, soprattutto per gli ospiti con malattie cronico-degenerative. La rete solidale a Salerno si snoda quindi in tutta la città: nei pressi della Cattedrale e della sede arcivescovile ci sono il Dormitorio “Gesù Misericordioso” e il Centro diurno “San Francesco di Paola”, strutture a bassa soglia per persone senza fissa dimora che offrono accoglienza diurna e notturna coprendo circa 40 posti. Aperti tutto l’anno, sono attivi maggiormente nel periodo dell’emergenza freddo: aiutano anziani e reduci dei lavori stagionali, legati al turismo estivo o all’agricoltura, che d’inverno non sempre riescono a trovare una dimora. A Piazza San Francesco, annesso al Convento dei Frati Cappuccini, si trova il Dormitorio di secondo livello intitolato a “Don Tonino Bello”, dedicato a persone in emergenza abitativa avviate e accompagnate in un percorso di reinserimento sociale e lavorativo. In via Angrisani c’è la casa per le donne sole o con minori, in fuga da guerre o in uno stato di difficoltà. Il cerchio di solidarietà della Chiesa salernitana è completato dalla Mensa “San Francesco”, da cui ogni giorno escono 200 pasti per pranzo e quelli per gli ospiti dei Dormitori da servire a cena. L’8xmille alla Chiesa cattolica ha supportato la rete di strutture con un contributo che nel 2022 è arrivato a 200mila euro.
Sanità gratuita e più veloce nel poliambulatorio per i vulnerabili di Santhià
Spostandoci in Piemonte, a Santhià (Vercelli), la Caritas Diocesana Eusebiana - attraverso la Fondazione “Amos più – Obiettivo Salute Ets” - aiuta malati con reddito basso o nullo ad accedere alle cure sanitarie. In seguito alla pandemia, la Fondazione - racconta Carlo Greco, direttore della Caritas Eusebiana - in collaborazione con l’ASL ha trasportato gratuitamente gli ammalati presso le strutture mediche. Da lì è nata “l'idea di poter consentire un'alternativa più rapida al Servizio Sanitario Nazionale, sempre più congestionato dall’affluso di richieste, accelerando così i tempi delle prestazioni necessarie”. In più di 10 anni di attività, la Fondazione ha fornito assistenza medica, specie per i pazienti oncologici, e di supporto psicologico per i malati e le loro famiglie. Man mano il suo campo d’azione è cresciuto, con l’attivazione di servizi come visite mediche specialistiche (cardiologia, ortopedia, neurologia, endocrinologia, diabetologia, dermatologia, chirurgia, fisiatria), consulto psicologico giovanile, progetti per malati affetti da Alzheimer e perdita della memoria. A Santhià è arrivato anche un poliambulatorio, aperto tre giorni alla settimana. Realizzato in collaborazione con i medici di famiglia, ha portato un modello di welfare innovativo in città, promuovendo anche momenti formativi sul tema della salute e stimolando il valore della testimonianza della carità nei confronti delle fasce deboli della popolazione. Le stesse hanno fornito un contributo segnalando carenze ed eventuali proposte: i beneficiari non sono visti soltanto come fruitori di servizi, ma anche come persone bisognose da ricollocare all'interno di percorsi che permettano loro di riscoprire la propria dignità. Nel 2023 il progetto è stato finanziato con 108mila euro dell’8xmille alla Chiesa cattolica.
L’8xmille e la Chiesa cattolica
Ogni maggio, in occasione dell’Assemblea Generale della C.E.I., i vescovi determinano la suddivisione dei fondi 8xmille per le tre finalità previste dalla legge: esigenze di culto e pastorale della popolazione italiana, sostentamento dei sacerdoti e interventi caritativi in Italia e nei Paesi in via di sviluppo. Si può scegliere a chi destinare l’8xmille della quota totale IRPEF in dichiarazione dei redditi: alla Chiesa cattolica, o ad altre confessioni religiose, per scopi religiosi e caritativi, oppure allo Stato per scopi umanitari e sociali.