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Pedopornografia, cinque arresti in Lombardia: abusi anche su neonati

Cronaca

Gli agenti hanno eseguito 21 perquisizioni nelle province di Como, Lodi, Monza Brianza, Milano, Pavia e Varese. Gli arrrestati avevano un vasto quantitativo di materiale pedopornografico e l'operazione ha documentanto come i cinque abbiano prodotto materiale pedopornografico inducendo giovanissimi, anche di sette-otto anni, a compiere atti sessuali in streaming

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Cinque persone sono state arrestate in flagranza di reato in un'operazione finalizzata al contrasto della pedopornografia online condotta dagli agenti della Polizia di Stato di Milano. Uno è stato anche arrestato in quanto, per anni, avrebbe commesso abusi sessuali su due bambine a lui legate lui da vincolo di parentela e su una loro amica. Gli agenti - spiega la Polizia - hanno eseguito 21 perquisizioni nelle province di Como, Lodi, Monza Brianza, Milano, Pavia e Varese. Gli arrrestati avevano un ingente quantitativo di materiale pedopornografico e l'operazione ha documentanto come i cinque abbiano prodotto materiale pedopornografico inducendo giovanissimi, anche di sette/otto anni, a compiere atti sessuali in streaming.

Decisive l'ispezione dei telefoni e l'analisi delle chat

Decisive sono state state l'ispezione informatica dei telefoni, l'analisi delle chat e il sequestro dei dispositivi in uso agli indagati, che hanno bloccato le attività di violenza sessuale. Le perquisizioni informatiche - spiegano ancora gli investigatori- hanno anche rivelato la condivisione online di video con abusi sessuali a danno anche di neonati. L'indagine, svolta dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica di Milano e diretta dalla Procura milanese, è nata su impulso del Centro Nazionale per il contrasto alla pedopornografia online (Cncpo) del Servizio Polizia postale e delle comunicazioni, dopo una segnalazione giunta in ambito di cooperazione internazionale di polizia su utenti italiani coinvolti nella detenzione e diffusione di materiale pedopornografico.

Un fermo immagine tratto da un video della polizia di Cagliari, 11 giugno 2020. Lo hanno convinto ad investire in cripto valute promettendogli facili e consistenti guadagni, si sono fatti inviare quasi 400mila euro e quando la vittima ha cercato di rientrare in possesso di una parte della somma investita, hanno iniziato a minacciarlo. Solo la denuncia del truffato alla polizia postale ha permesso di recuperare almeno parte della somma. Si è conclusa con due denunce e il recupero di oltre 200mila euro l'indagine internazionale condotta dal Compartimento polizia postale di Cagliari sul Financial Cyber Crime e sulle truffe relative al trading online. Accusate di truffa, abusiva attività finanziaria, riciclaggio ed estorsione due donne di nazionalità ucraina e armena, amministratrici delle società intestatarie dei conti correnti esteri in cui sono finiti i 380mila euro della vittima, un ex commerciante cagliaritano.
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