Vittorio Sgarbi rinviato a giudizio per reato fiscale dopo acquisto quadro all'asta

Cronaca

I pm romani contestano all'ex sottosegretario di aver acquisito un dipinto nel 2020 all'asta facendo figurare la compagna come acquirente e con denaro di una terza persona, con l'intento di mettere l'opera al riparo da eventuali aggressioni da parte del Fisco

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La Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per l'ex sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi per sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Debiti che il critico d'arte avrebbe con l'Agenzia delle Entrate per un totale di circa 715mila euro. I pm contestano a Sgarbi di aver acquisito un dipinto nel 2020 all'asta facendo figurare la compagna come acquirente e con denaro di una terza persona, con l'intento di mettere l'opera al riparo da eventuali aggressioni da parte del Fisco.

La replica di Sgarbi: "È una cosa totalmente insensata"

"Inspiegabile", ha commentato Sgarbi da Trento, parlando a margine della visita della premier Giorgia Meloni "Verrà dagli avvocati motivato attraverso la contraddizione profonda di un magistrato che pensa che io che contemporaneamente compravo opere d'arte per me dovessi usare la mia fidanzata per un quadro che invece era suo, è stato regalato a lei. Mi pare legittimo regalare le cose. Ormai siamo nello stato talmente privo di principi che si ritiene che se uno compra un quadro deve essere per forza una persona che lo vuole. E invece può essere un dono, ed è stato un dono. È una cosa che non ha nessun significato, totalmente insensata". Sgarbi ha poi aggiunto: "Io pagavo le tasse, ho fatto la notariazione, non ho distolto nessun finanziamento alle tasse e quei danari non erano miei, ma erano di un signore, banchiere, che ha regalato quel quadro alla mia fidanzata. È una cosa inverosimile. Se uno non vuole vedere neanche le carte, gliele faranno vedere gli avvocati".

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