Lavoro, una donna su 7 in Italia ha subito molestie. Più colpite le manager

Cronaca
Giulia Mengolini

Giulia Mengolini

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Il 40% delle lavoratrici ha dichiarato di aver subito contatti fisici indesiderati, un dato aumentato dell'81% rispetto al 2022, mentre il 43% ha ricevuto avance esplicite indesiderate. Sono i dati allarmanti emersi dalla Survey L.E.I. (Lavoro, Equità, Inclusione) intitolata “Ti Tocca”, condotta su oltre 11 mila donne e presentata oggi a Milano da Fondazione Libellula

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Molestie fisiche, palpeggiamenti, commenti sessisti e complimenti indesiderati costituiscono ancora una triste routine per le donne all'interno degli uffici e delle aziende. Che spesso oltre alle umiliazioni sono costrette anche a sentirsi screditate. “È solo una toccatina”, si è giustificato per esempio il capo di una delle 11.201 donne che hanno risposto al sondaggio sulle discriminazioni nel mondo del lavoro condotto da Fondazione Libellula e presentato questa mattina a Milano. Se la violenza di genere coinvolge circa un terzo delle persone di sesso femminile in tutto il mondo (dice l'Oms), il posto di lavoro sembra ancora oggi essere uno dei luoghi elettivi per questo genere d’esperienze (gender gap a parte): a confermarlo i dati allarmanti emersi dalla Survey L.E.I. (Lavoro, Equità, Inclusione) 2024, e intitolata “Ti Tocca” con l'auspicio che tutti, uomini compresi, si sentano coinvolti e si interroghino su cosa poter fare nel proprio piccolo per attuare un cambiamento. "Se è vero che una nuova sensibilità si sta facendo lentamente strada, è altrettanto vero che siamo ancora lontani da una piena assunzione di responsabilità da parte degli uomini", ha commentato l'assessore milanese al Welfare Lamberto Bertolè: "Le molestie, gli abusi, la violenza di genere sono prima di tutto una questione maschile e da questa premessa non si può prescindere".

I dati sulle molestie sul lavoro presentati da Fondazione Libellula.

Una donna su 7 è stata vittima di molestie sul lavoro

I risultati del sondaggio su oltre 11 mila donne lavoratrici delinea un quadro sconfortante: circa 7 donne su 10 infatti si sono dichiarate vittime di molestie, avendo ricevuto complimenti, allusioni e osservazioni sul proprio corpo che le hanno messe a disagio in contesti in cui lo squilibrio di potere complica le cose. Sempre circa il 70% del campione ha anche dichiarato di aver ascoltato battute sessiste o volgari, rivolte a loro stesse o ad altre donne, sempre sul posto di lavoro: un’esperienza sperimentata soprattutto dalle lavoratrici che non hanno un partner stabile, mostrano i dati, o che appartengono ad aziende con meno di 49 dipendenti.

Il 40% ha subito contatti fisici indesiderati

Ma non è tutto, perché troppo spesso dalle parole inappropriate si passa alle azioni: il 40% delle lavoratrici ha infatti dichiarato di aver subito contatti fisici indesiderati, un dato in netto aumento rispetto al 2022 (+81% circa), mentre il 43% ha ricevuto avance esplicite indesiderate e il 27% ha segnalato richieste e comportamenti di natura sessuale non graditi o non sollecitati. Dati che evidenziano "una situazione preoccupante e inaccettabile all'interno delle aziende italiane, sottolineando la necessità di una seria riflessione", dice la presidente di Fondazione Libellula, Debora Moretti.  

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I dati sulle molestie sul lavoro presentati da Fondazione Libellula.

I casi aumentano se la donna è una manager

Per quanto riguarda dati simili riferiti alle donne che ricoprono posizioni manageriali, si riscontrano degli aumenti importanti rispetto alla media: ad esempio, il 77% delle manager e il 75% delle dirigenti ha sentito spesso o a volte commenti sul proprio corpo che le hanno messe a disagio. Ugualmente, il 79% delle dirigenti e il 76% delle manager è stata oggetto o ha ascoltato delle battute sessiste o volgari verso altre donne, rispetto alla media di circa il 70%. Mentre se si consideano contatti fisici indesiderati, la percentuale media del campione (40%) cresce fino al 47% per le dirigenti e al 54% per le imprenditrici. Ma forse l’aumento più significativo si riscontra sui dati riguardanti le avance esplicite indesiderate (43%), di cui sono state vittime il 64% delle imprenditrici e il 54% delle dirigenti, e le richieste di natura sessuale non gradite o non sollecitate (27%), che hanno riguardato il 45% delle imprenditrici e il 35% delle dirigenti.  

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I dati sulle molestie sul lavoro presentati da Fondazione Libellula.

Quali sono le ragioni? Ci sono due ipotesi, suggerisce Fondazione Libellula. che potrebbero spiegare perché i dati riguardanti le donne con ruoli di potere sono peggiori della media: la prima ipotizza che le donne in ruoli manageriali abbiano maggiore consapevolezza della situazione, mentre l'alternativa ipotizza che, occupando posizioni storicamente riservate agli uomini, siano soggette a comportamenti che le depotenziano, le sminuiscono o le “oggettificano”, come per rimetterle "al loro posto di donna". Ipotesi che troverebbe conferma in un altro dato significativo emerso dal report, secondo cui l’88% delle dirigenti e delle manager vede gli uomini crescere professionalmente più velocemente delle donne.

 

 

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Cinque azioni pratiche

Il quadro delineato dalla survey sono allarmanti. Ma oltre alla presa di consapevolezza e a una necessaria riflessione collettiva, cosa si può fare in termini di azione? Quali strumenti si possono portare all'interno delle aziende per contrastare le discriminazioni quotidiane? Fondazione Lilbellula ha stilato cinque consigli per per prevenire e contrastare la violenza di genere sul posto di lavoro.
 

1.    Chiedi che vengano attuati progetti di sensibilizzazione e formazione per tutto il personale su come riconoscere gli stereotipi e le discriminazioni che abbiamo interiorizzato e su come queste possano tramutarsi in micro-aggressioni più o meno consapevoli.
 

2.    Informati su quali sono gli strumenti a disposizione in azienda: esiste una policy anti-molestie? È stata condivisa? C’è uno sportello o una Consigliera di Fiducia da poter contattare in caso di dubbio o segnalazione?
 

3.    Fai sentire il tuo sostegno a una neo-mamma che ritorna al lavoro dopo il congedo di maternità, fai lo stesso con un neo-papà. Proponi un’attività per supportare la genitorialità condivisa.
 

4.    Viviti come parte attiva del cambiamento: in alcune aziende, come quelle del Network Libellula, è possibile ricevere una formazione specifica su queste tematiche per diventare ambassador.

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