Scuola, la proposta di Valditara: “Classi di transizione per alunni stranieri”

Cronaca
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Ne ha parlato il ministro dell'Istruzione nel corso di un'intervista concessa al quotidiano "Libero", sottolineando come nel sistema scolastico italiano ci sia “un problema di integrazione che riguarda gli immigrati di prima generazione”. Le reazioni. Pd: “Classi separate? Da Valditara proposta ideologica”, mentre per il M5S: “Le classi separate per stranieri creano ghetti”. I presidi dell'Anp concordano con Valditara "sull’alfabetizzazione degli alunni stranieri”

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Nel sistema scolastico italiano c’è “un problema di integrazione che riguarda gli immigrati di prima generazione”. Lo ha sottolineato il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, in un’intervista concessa a Libero. “C’è un problema perché l’attuale sistema scolastico penalizza gli studenti stranieri. Sia per quanto riguarda le performance sia per quanto riguarda la dispersione scolastica che secondo l'Istat raggiungerebbe tassi del 30,1%, per i giovani immigrati contro il 9,8% degli studenti italiani”, ha spiegato ancora il ministro.

Le possibili soluzioni

Quali soluzioni adottare, allora? Secondo il ministro occorre comprendere “cosa si fa all’estero per trovare delle soluzioni efficaci”. In particolare, nei paesi dell’Unione Europea “esistono tre modelli: in alcune nazioni gli stranieri vengono inseriti direttamente nelle classi ordinarie, in altre gli studenti provenienti dall’estero seguono per un certo periodo un’offerta scolastica distinta (“classi di accoglienza” o “di transizione”)”. In molti Paesi, ha proseguito, “viene utilizzato un approccio combinato tale per cui gli alunni seguono alcune lezioni nella classe ordinaria e altre nell’ambito di un’offerta separata. L’Italia è nel primo gruppo, assieme a Lettonia, Repubblica Ceca e Slovacchia. Germania e Francia hanno un sistema misto-flessibile, cioè si frequenta solo una parte delle lezioni nelle classi ordinarie. Poi ci sono Paesi più rigidi”, ha rilevato Valditara.

Tre percorsi

L’idea del ministro, a questo punto, sarebbe quella per cui “ogni scuola dovrebbe verificare all’atto di iscrizione le competenze dei ragazzi immigrati. Dopodiché dovremmo lasciare alle scuole la scelta fra tre percorsi. La prima possibilità ovviamente è quella dell’inserimento tout court nelle classi esistenti, se il tasso di apprendimento della lingua italiana è buono. Se invece ci sono dei deficit molto rilevanti dovremmo pensare a due soluzioni alternative. Il ragazzo straniero viene inserito come tutti in una determinata classe, tuttavia le lezioni di italiano ed eventualmente anche quelle di matematica le frequenta in una classe di accompagnamento con docenti specializzati e una didattica potenziata. L'altra ipotesi potrebbe prevedere di seguire al pomeriggio attività obbligatorie di potenziamento linguistico extracurricolare”. Ma, prima di introdurre queste soluzioni, serve “avviare un confronto ampio, tenendo sempre presente che per noi l’autonomia scolastica è un punto fermo”.

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Pd: “Classi separate? Da Valditara proposta ideologica”

"Il ministro Valditara propone l'ennesima soluzione propagandistica, buona forse per promuovere il suo libro di prossima uscita, a un tema importante che è quello dell'integrazione degli studenti con background migratorio. Con le classi separate o di transizione si strizza l'occhio al proprio elettorato con una proposta ideologica. Varrebbe la pena conoscere meglio quanto già avviene in tante realtà scolastiche in giro per l'Italia con forte immigrazione e provare a mettere in campo strategie e azioni specifiche di accompagnamento e mediazione per gli studenti stranieri". Lo ha detto Irene Manzi, responsabile scuola del Pd, commentando la proposta del ministro dell'Istruzione.

M5S: “Classi separate per stranieri creano ghetti”

"In Italia esiste un problema di inclusione e di dispersione che riguarda in gran parte gli studenti stranieri, ma la separazione vagheggiata da Valditara rischia di creare danni maggiori di quelli già esistenti. Valditara parla di test di ingresso, ma non si capisce esattamente a quale platea si rivolgerebbe questa misura. Ma soprattutto: non crede Valditara che riservare lezioni separate a gruppi di studenti possa portare a 'ghetti' in ciascuna scuola, con la conseguenza di ostacolare l'apprendimento informale della lingua italiana, che chi conosce la scuola sa essere importante tanto quanto l'apprendimento formale perché produce integrazione reciproca?”, dicono i capigruppo M5S in commissione cultura alla Camera e al Senato, Antonio Caso e Luca Pirondini.

Presidi Anp: “Bene Valditara sull’alfabetizzazione degli alunni stranieri”

La proposta del ministro Valditara sull'alfabetizzazione degli alunni stranieri è stata accolta positivamente dall'Associazione nazionale presidi (Anp). "C'è un problema di inserimento e alfabetizzazione nella scuola italiana”, ha riferito all'Ansa Cristina Costarelli, preside al Newton di Roma e presidente Anp Lazio. “Se le scuole sono avanti per l'accoglienza, c'è una difficoltà linguistica importante, soprattutto nelle scuole superiori: più i ragazzi sono avanti con l'età più è difficile studiare senza conoscere bene la lingua italiana, il gap aumenta. Immaginare una serie di possibilità è sicuramente utile, è infatti necessario un intervento specifico altrimenti si aggrava la situazione di questi alunni che hanno bisogno di una alfabetizzazione intensiva”, ha detto ancora.

Flc Cgil: “Contrari alle classi differenziali per alunni stranieri”

"Il ministro Valditara continua a fare annunci di riforme a mezzo stampa. Noi siamo fermamente contrari a ipotesi di classi differenziali, pensiamo che l'inclusione passa da un potenziamento dell'offerta formativa". Queste le parole, riferite all'Ansa, di Gianna Fracassi, segretario generale Flc Cgil, sulle cosiddette “classi di accompagnamento” per alunni stranieri.

Un autobus dell'ATAC fermo al capolinea durante lo sciopero generale stazione Termini  a Roma,  21 ottobre 2016.
ANSA/MASSIMO PERCOSSI

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