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MasterChef, Eleonora Riso: “Vi racconto la mia ansia. Io e Niccolò? La combo disagio”

Cronaca

Ludovica Passeri

La nostra intervista alla vincitrice della tredicesima edizione. Ci ha parlato di ansia, disturbi alimentari e di cosa farà nel futuro prossimo 

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Ha trionfato nella tredicesima edizione di MasterChef per i piatti “geniali” - questo l’aggettivo utilizzato dal giudice Barbieri - ma anche per la spontaneità e il suo essere senza filtri. Eleonora Riso, livornese, classe ‘97, non ha avuto paura di mostrare le proprie fragilità e di farne un punto di forza. L’abbiamo intervistata all’indomani della finale in cui è stata incoronata regina grazie a un menù centrato sull’ideale di equilibrio, come ricerca di armonia tra i sapori e come obiettivo personale, e sul concetto giapponese di "ichigo ichie", un inno a mordere la vita e ad accettare ogni momento per la sua unicità e irripetibilità. L’abbiamo incontrata e abbiamo parlato della sua esperienza a MasterChef. E non solo di fornelli.

 

Di ansia hai parlato spesso nel corso delle puntate. Come la affronti?

Con l’ansia si convive, male. Gestirla è un parolone e diciamo che per farlo cerco di bere meno caffè. Dico davvero. Per il resto me la “ciuccio” tutta. Non c’è altro da fare

E MasterChef ti ha aiutato?

Assolutamento no. Spiego meglio. La capacità di adattamento dell’essere umano è forse la capacità più grandiosa che possediamo. Ovviamente più si alza il livello di tensione e più si alza l’ansia, ma tutto quello che hai imparato prima va a sedimentarsi, quindi la tua sopportazione cresce assieme al carico

 

Cosa ti ha lasciato questo viaggio?

MasterChef mi ha insegnato a sopportare le cose. Adesso MasterChef lo farei con una testa diversa, però quello che farò dopo mi metterà comunque ansia. Ma l’ansia in un certo senso è anche bella, è una cosa che ti tiene vivo. A me fa stare male ovviamente, ma bisogna anche saper vedere il suo lato positivo e il suo lato positivo è farti sentire sempre sul pezzo. Se non avessi avuto l’ansia non avrei mai potuto cucinare e impiattare niente in 45 minuti

 

Hai dichiarato di aver avuto un rapporto complicato con il cibo. Qual è stato il tuo percorso?

La cucina è stata fondamentale per aiutarmi a migliorare il mio rapporto con i disturbi alimentari, li ho accettati e mi ha aiutato tanto condividere il pasto con tante persone che era forse la cosa più difficile all’inizio, però poi farlo piano piano è stato utile come un allenamento per riuscire a migliorare

Un altro concorrente che ha lasciato il segno in questa edizione è Niccolò, con cui si creato un bel rapporto. Vi rivedremo insieme?

Ci rivedrete insieme, vi verremo a noia. Io e Niccolò… Qualcosa che bolle in pentola

 

Una coppia che ha fatto sognare. Perché secondo te?

Perché è la combo perfetta

 

Cosa c’è in questa combo, quali sono le parole che vi descrivono?

Disagio e… non saprei

 

Due disagi che si incontrano?

Sì, la combo del disagio che fa il massimo disagio perché, si sa, il disagio va alla grande oggi giorno, tutti sono disagiati, quindi top

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Cosa c'è nel tuo presente e nel tuo futuro?

Si cavalca l’onda ad alta velocità, al meglio che si può e si inizia a studiare per bene e a fare esperienza in cucina gettando le basi per il mio progetto futuro che è quello di tornare in campagna e aprire un posto nel verde

 

A proposito di questo, hai vissuto per un periodo immersa nella natura con altri compagni di viaggio. Che esperienza è stata?

Eravamo semplicemente dei coinquilini che avevano deciso di fare i coinquilini ma in mezzo al bosco. È stata un’esperienza rivelatoria per me, perché se quello che voglio fare oggi è tornarmene in campagna è proprio perché sono stata non bene ma di più in quel momento. È stato il momento più felice della mia vita.