Dopo la circolare del 2022, il ministro dell'Istruzione e del Merito limita ulteriormente la possibilità di utilizzare i dispositivi in classe. L'obiettivo è ridurre il rischio di distrazione e di peggioramento del rendimento scolastico, oltre ad eventuali tensioni tra insegnanti e studenti
Il divieto comunicato in una circolare nel 2022 non era sufficiente per Giuseppe Valditara. Il ministro dell’Istruzione e del Merito ha reso ancora più rigida la regola che imponeva di non utilizzare i cellulari nelle scuole dell’infanzia, elementari e medie, se non per scopi didattici e sotto la supervisione dei docenti. Adesso, come il ministro ha anticipato in un'intervista al Foglio, l’uso degli smartphone (e anche dei tablet nelle scuole elementari e medie) non sarà solo eliminato, ma proibito del tutto. Un modo per evitare distrazioni, secondo Valditara, che sostiene che i dispositivi possono, inoltre, aumentare il rischio di tensioni tra insegnanti e studenti, al punto da portare a vere e proprie aggressioni.
“Difendere i docenti è difendere il principio di delega”
Difendere gli insegnanti, dice Valditara al Foglio, "significa difendere il principio di delega e di autorità che è l'architrave non solo del sistema scolastico, ma anche del sistema democratico". Il ministro ribadisce l’impatto che l’uso di cellulari e tablet possono avere su rendimento scolastico, memoria e concentrazione, basandosi su una raccomandazione dell’Unesco. Già in riferimento alla circolare del 2022, Valditara aveva affermato che “l’interesse delle studentesse e degli studenti, che noi dobbiamo tutelare, è stare in classe per imparare”. Aveva, poi, aggiunto che “distrarsi con i cellulari non permette di seguire le lezioni in modo proficuo ed è inoltre una mancanza di rispetto verso la figura del docente, a cui è prioritario restituire autorevolezza”.