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Incidente corso Francia, Pietro Genovese a processo a Roma per evasione dai domiciliari

Cronaca

Il ragazzo è già stato condannato a cinque anni e quattro mesi per aver travolto e ucciso Gaia von Freymann e Camilla Romagnoli in corso Francia nel dicembre del 2019. L'avvocato del giovane: "Non c'è prova dell'evasione"

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Pietro Genovese è stato rinviato a giudizio dal Gip di Roma per essere evaso dai domiciliari. Il ragazzo, figlio del noto regista Paolo, è già stato condannato a cinque anni e quattro mesi per aver travolto e ucciso Gaia von Freymann e Camilla Romagnoli in corso Francia nel dicembre del 2019 passando con il semaforo rosso. I fatti contestati in questo procedimento risalgono al 16 gennaio 2021, quando Genovese si trovava agli arresti domiciliari e, secondo l’accusa, i carabinieri durante un controllo di rito non lo avevano trovato in casa. Il processo è stato fissato per il prossimo 20 marzo. 

L’evasione dai domiciliari

"Non c'è alcuna immagine delle telecamere a circuito chiuso di Pietro Genovese mentre esce di casa. Non c'è prova dell’evasione", ha detto in aula l’avvocato Gianluca Tognozzi, difensore di Genovese. La presunta evasione dagli arresti domiciliari risale al gennaio del 2021 ma la notizia è emersa diversi mesi dopo, quando i militari hanno reso noto di aver effettuato numerosi tentativi, prima al citofono dello stabile e successivamente suonando direttamente al campanello della porta d’ingresso dell’abitazione, senza ricevere risposta.

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L’incidente in corso Francia del dicembre 2019

Gaia von Freymann e Camilla Romagnoli, entrambe 16enni, sono state travolte e uccise la notte tra il 21 e il 22 dicembre 2019 in corso Francia, all'altezza dell'incrocio con via Flaminia Vecchia. Pietro Genovese l’8 luglio del 2021 è stato condannato in appello a 5 anni e quattro mesi e la pena è stata concordata con la procura generale. Nei suoi confronti l'accusa è di omicidio stradale plurimo. In primo grado, nel dicembre del 2020, l'imputato era stato condannato a 8 anni al termine di un processo svolto con il rito abbreviato. Perizie e accertamenti, ratificati dal dibattimento processuale, evidenziarono che il ventenne investì le due ragazze mentre erano "sulle strisce pedonali, nel tratto della terza corsia di sinistra di Corso Francia, e dopo che queste avevano iniziato l'attraversamento con il verde pedonale ma si erano fermate per aver notato alla loro sinistra provenire dal precedente semaforo ad alta velocità tre auto impegnate, di fatto in una gara di sorpassi, che non accennavano a rallentare". Il giudice infatti sostenne nella sentenza di primo grado che l'imputato, prima del tragico impatto, aveva "effettuato una serie di sorpassi utilizzando al contempo un cellulare con cui mandava messaggi; superando il limite di velocità in ora notturna; iniziando un ultimo sorpasso di un'auto che aveva cominciato a frenare e, poi, si era fermata". Il ragazzo si è fermato subito dopo lo schianto e ha atteso l’arrivo dei soccorsi. Genovese era stato a una cena e poi si era messo alla guida, diretto a una festa.