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Covid, quattro anni fa la scoperta del paziente 1 in Italia: qual è la situazione oggi?

Cronaca

Emanuela Ambrosino

Nella notte tra il 20 e il 21 febbraio del 2020 al San Matteo di Pavia il primo paziente risulta positivo al Covid: dopo tre anni qual è la situazione? 

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Il 21 febbraio 2020 l’Italia si sveglia con la notizia del primo caso autoctono di Covid 19 in Italia. A Codogno il tampone eseguito su un giovane, che presenta difficoltà respiratorie, risulta positivo nella notte tra il 20 e il 21 febbraio. Il paziente 1 viene ricoverato in terapia intensiva all’ospedale San Matteo di Pavia. A curarlo c’è il direttore del reparto di malattie infettive Raffaele Bruno insieme alla sua equipe.

Nei momenti peggiori della pandemia a Pavia ci sono stati fino a 70 pazienti intubati contemporaneamente e centinaia di persone contagiate nei reparti. Siamo tornati in occasione del quarto anniversario per capire come sono cambiate le cose.

 

Professore Raffaele Bruno, lei dirige il reparto di malattie infettive del San Matteo di Pavia, ha curato il paziente uno. Quale è la situazione oggi? A che punto siamo?

 

"Il Covid adesso sta diventando endemico, per cui l’impatto sarà minore. Ci sarà sempre come l’influenza, e lo possiamo tranquillamente annoverare tra i virus respiratori con cui dobbiamo fare i conti. Possiamo dire che siamo in un’altra era rispetto all’inizio. Adesso abbiamo antivirali, farmaci e conoscenze per gestire le complicanze".

 

Cosa ci possiamo aspettare?

"Difficile rispondere a questa domanda. Al momento il mondo resta impreparato per la prossima pandemia, la cosiddetta 'Malattia X'. Se accadesse domani ci troveremo a affrontare molti degli stessi problemi che abbiamo dovuto affrontare con il Covid-19".

 

Quale è il ricordo peggiore della pandemia?

"Penso il 18 marzo 2020, quando stremato mi siedo davanti al pc e inizio a guardare in streaming un telegiornale. Un giornalista sta commentando in diretta le immagini di una scena mai vista prima. I camion dell’esercito incolonnati con a bordo decide di vittime del Covid, tagliano in due il centro di Bergamo. Sembra la scena di un film di guerra. Per giorni ho vissuto solo all’interno dell’ospedale, a Pavia. Ma guardare per un attimo fuori da questo ospedale amplifica lo strazio e la preoccupazione".

 

Quando ha visto la luce infondo al tunnel?

"Sicuramente le dimissioni di Mattia hanno avuto un significato particolare. Mattia ci ha fatto stare sotto i riflettori e le sue dimissioni hanno avuto anche un significato simbolico. Tante persone, grazie alla sua guarigione, hanno creduto di potercela fare".