Strage di Palermo, Barreca, Carandente e Fina non rispondono al Gip

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I tre, accusati di omicidio plurimo e soppressione di cadavere per la morte della moglie e di due figli di Barreca, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Nell'abitazione di Altavilla Milicia sono stati trovati strumenti che potrebbero essere stati utilizzati per torturare le vittime, uccise - secondo quanto emerso finora - per liberarle dal demonio

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Giovanni Barreca, Massimo Carandente e Sabrina Fina, accusati di omicidio plurimo e soppressione di cadavere per la strage di Altavilla Milicia, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere questa mattina nel corso dell'udienza di convalida del fermo davanti alla gip di Termini Imerese, Valeria Gioeli. L'accusa ha chiesto la convalida del provvedimento e la conferma della custodia cautelare in carcere. Il magistrato si è riservato la decisione. Mentre Fina e Carandente si dichiarano innocenti, Barreca ha in realtà già confessato: “Ho ucciso la mia famiglia, venite a prendermi", ha detto al telefono ai militari da lui stesso chiamati nella notte del 10 febbraio. Era convinto che il demonio si fosse impossessato della sua famiglia, sia della moglie Antonella Salamone (42 anni) che dei figli Emanuel e Kevin (5 e 16 anni). Solo la terza figlia, 17 anni, è stata risparmiata: adesso si trova in una comunità protetta. A breve anche lei dovrà essere sentita dall’autorità giudiziaria. Sabato 17 febbraio si terranno le autopsie sui corpi delle vittime.

I legali della coppia: "Si dicono innocenti"

"I nostri clienti sono in isolamento. Carandente ha riferito di essere stato minacciato e intimidito in carcere. Entrambi si dicono innocenti", hanno detto Sergio e Vincenzo Sparti, gli avvocati di Massimo Carandente e Sabrina Fina. "Sono molto religiosi, la fede è totalizzante per loro - spiegano gli avvocati - e sono molto provati". La coppia ammette di aver conosciuto Barreca ma sostiene che si tratti di una conoscenza molto recente. "C'è un fervore religioso totalizzante in loro - aggiungono - ma bisogna capire alcune cose, al momento non siamo entrati nel dettaglio dei fatti".

L'avvocato di Barreca: "Non comprende la realtà"

"Il mio cliente, che oggi si è avvalso della facoltà di non rispondere nel corso dell'interrogatorio di garanzia, è sotto choc. Non si rende conto di quel che è accaduto. Mi ha ripetuto che vuole bene alla sua famiglia", ha detto, al termine dell'udienza di convalida dei fermi, l'avvocato Giancarlo Barracato, il legale di Giovanni Barreca. "Nell'abitazione in cui sono avvenuti i fatti - ha aggiunto - continuano gli accertamenti. Avremo modo nei prossimi giorni di capire meglio". "Barreca - ha spiegato - sembra non capire quel che è successo. È una persona profondamente provata. Mi ha raccontato cose della sua famiglia e sostiene di aver fatto gli interessi dei suoi cari". "Non si può parlare di pentimento - ha concluso - proprio perchè non capisce cosa è accaduto. Sorvola sui fatti".

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Stando a quanto è emerso dalle indagini svolte finora, i due ragazzini sarebbero stati soffocati e legati con delle catene. Forse è successo già venerdì 9 febbraio. Nella casa della famiglia sono stati sequestrati anche altri attrezzi da camino che si pensa siano stati utilizzati per picchiare le vittime. Salamone è stata trovata carbonizzata sotto pochi centimetri di terra vicino alla villetta della coppia, nel comune di Altavilla Milicia. Per gli inquirenti sarebbe morta prima dei figli. Era viva almeno fino a giovedì 8 febbraio, quando un commerciante della zona dice di averla vista "serena" e intenta a distribuire "volantini per pubblicizzare la vendita di alcuni cosmetici". Gli aveva detto che era intenzionata ad "andare a Novara dai suoi parenti". 

Sabrina Fina e Massimo Carandente, i "fratelli di Dio"

Barreca avrebbe chiesto aiuto a Fina e Carandente - i "fratelli di Dio" - conosciuti durante incontri di preghiera in una chiesa di stampo evangelico e poi frequentati in privato, per liberare casa sua dalla presenza di Satana. Dai social della coppia emerge un fanatismo religioso marcato. Il fratello di Antonella Salamone ha dichiarato di essere stato informato dell'esistenza dei due: "Dicevano che i demoni erano dentro mia sorella e mio nipote e dovevano essere bruciati e sepolti".

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