Nel filmato si vede l'uomo, un tunisino quarantenne, incappucciato e colpito da almeno 10 agenti per quasi 10 minuti. Il legale della difesa: "Immagini agghiaccianti". Antigone: "Saremo parte civile"
È stato colpito e messo a pancia a terra con uno sgambetto mentre era incappucciato con una federa e poi ancora picchiato ripetutamente con pugni al volto e ai fianchi. Questo il duro pestaggio subito da un 40enne detenuto tunisino, il 3 aprile scorso, in un corridoio di un carcere italiano, l'istituto di Reggio Emilia. L'episodio è documentato dai video delle telecamere interne, finiti agli atti dell'inchiesta chiusa dalla Procura reggiana a carico di 10 agenti, otto accusati di tortura.
Picchiato per quasi 10 minuti
Il filmato mostra quasi 10 minuti di un pestaggio avvenuto in due fasi: prima nel corridoio, poi sulla porta della cella. Qualcosa di "brutale, feroce e assolutamente sproporzionato rispetto al comportamento del detenuto", aveva scritto il Gip Luca Ramponi che a luglio ha emesso un'ordinanza di interdizione dal servizio per 10 indagati. Il detenuto era appena uscito dalla stanza del direttore, dopo aver avuto una sanzione di isolamento per condotte che avevano violato il regolamento. Mentre si dirigeva verso le celle, le telecamere riprendono come sia stato incappucciato, sgambettato e poi colpito mentre è a terra. L'uomo viene sollevato a mezz'aria, quindi denudato, prima di essere condotto verso la cella e nuovamente percosso. Sarebbe rimasto lì per oltre un'ora, nonostante le richieste di aiuto. A quel punto, secondo quanto ricostruito, il tunisino avrebbe rotto il lavandino della cella per cercare di attirare l'attenzione, cominciando a ferirsi coi cocci: le immagini mostrano il corridoio davanti alla cella che si allaga di sangue. Dopo circa un'ora sono intervenuti un medico e un altro detenuto a soccorrerlo.
leggi anche
Delitto Avetrana, Michele Misseri torna in libertà domenica prossima
L'avvocato della vittima: "Violenza gratuita contro un uomo solo"
"Sono immagini agghiaccianti e inaccettabili - ha commentato Luca Sebastiani, avvocato del detenuto - una violenza gratuita contro un uomo solo, privato della libertà, incappucciato, ammanettato e a terra. Ci tengo a sottolineare il lavoro della Procura di Reggio Emilia, che con la dovuta tempestività e determinazione ha svolto le indagini ed estrapolato quanto ripreso dalle telecamere interne, che altrimenti avremmo perso". Anche Antigone, associazione per i diritti e le garanzie nel sistema penale, ha commentato le immagini. "Ricordano quelle di Santa Maria Capua Vetere e di altri casi di questo tipo - ha affermato l'avvocata Simona Filippi - L'associazione aveva depositato un esposto per questo fatto specifico e ci sarà all'udienza di marzo per costituirsi parte civile. Stiamo seguendo questi casi dal 2017, da quando è stato introdotto il reato di tortura, e anche prima: per un fatto così atroce, che è quello che si legge nel capo di imputazione, supportato dal terribile video, saremo presenti".