Claudia Crimi ha ripercorso la notte dell’arresto e il fermo del 29enne che è stato condannato in primo grado a 8 anni e 6 mesi
"Le prime visite in carcere sono state uno shock. La prima volta che l'ho visto entrare in sala colloqui mi sono sentita morire”. Sono le parole di Claudia Crimi, 26 anni, fidanzata di Filippo Mosca riportate da La Repubblica. I due erano partiti per una vacanza in Romania finita con l’arresto del 29enne con l'accusa di traffico internazionale di stupefacenti. A incastrarlo una serie di messaggi tradotti male dall'italiano. Ora Claudia, che ha potuto fare ritorno a casa, torna regolarmente in Romania per far sentire a Filippo la sua vicinanza.
"Non può finire così"
"Mi sembra tutto così assurdo – ha raccontato Crimi – Non può finire così, la verità deve venire a galla. Ogni volta che ci penso mi sembra tutto irreale". La giovane ripercorre gli ultimi istanti prima dell’arresto. "Quella sera stavamo andando a prendere la chiave per salire in stanza con Filippo e un poliziotto mi ha afferrata per il braccio. Ha iniziato a urlarmi contro, io ero paralizzata. Filippo mi chiedeva se stessi bene, poi si è rivolto a una ragazza che ci aveva coinvolti in quella situazione". Le sue parole sono state registrate senza autorizzazione e tradotte "in modo fantasioso". Parole che sono diventate le prove contro di lui.
Le visite in carcere della fidanzata
“Filippo è cambiato nei mesi di detenzione. Come potrebbe essere altrimenti? Sta chiuso in una cella sporca con decine di persone e può fare una doccia alla settimana. Non ha neppure una coperta per proteggersi dal freddo". Claudia non nasconde la sua preoccupazione. "Pare aver perso ogni speranza di uscire da lì, è depresso, sembra che non gli importi più nulla. Provo a dargli forza, gli ripeto che siamo in tanti a credere che una via d’uscita ci sia, ma nulla sembra toccarlo". Il processo d'appello, spiega Repubblica, inizierà nel mese di aprile. "Ho provato a chiedere all'ambasciata, ma è stato tutto inutile. Mi hanno solo chiesto di scrivere altre email. Non hanno assistito neanche ad un’udienza. Sarebbe stato un segnale importante, ma ci hanno lasciato da soli".
I domiciliari negati per Filippo Mosca
Intanto Ornella Matraxia, mamma di Filippo, ha fatto sapere di essere impegnata con un legale romeno e un'avvocata italiana per far uscire il giovane dal carcere. "L'avvocato romeno che ho sentito al telefono oggi – ha dichiarato la 55enne – ha chiesto un incontro con la direzione dell'istituto, ma abbiamo chiesto anche la presenza dei rappresentanti della nostra ambasciata dalla quale attendiamo risposta".