Processo Ciro Grillo, mostrato in aula video del presunto stupro a ragazza

Cronaca
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La giovane, che accusa di violenza sessuale il figlio di Beppe Grillo e altri tre ragazzi, ieri ha lasciato l'aula durante la proiezione dei filmati. La 22enne è stata protetta nell'audizione con un drappo nero, ma il controesame dei difensori non è stato filtrato dal Presidente del collegio: ha quindi dovuto rispondere direttamente alle domande dei legali degli imputati. Oggi l'ultima udienza, sempre in modalità protetta

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Oggi ultima udienza, nell'aula del Tribunale di Tempio Pausania, del processo a porte chiuse per violenza sessuale di gruppo nei confronti di una studentessa italo-norvegese contestata a Ciro Grillo e a tre suoi amici genovesi, Vittorio Lauria, Edoardo Capitta e Francesco Corsiglia. Per la sesta udienza sul banco dei testimoni è seduta la presunta vittima e principale accusatrice dei quattro, che l'avrebbero stuprata la notte tra il 16 e il 17 luglio del 2019 nella villa a Porto Cervo di proprietà della famiglia Grillo. Anche l'udienza di oggi, come quella di ieri, si svolge in modalità protetta: a seguito della richiesta presentata dall'avvocata di parte civile Giulia Bongiorno, la studentessa si trova a rispondere alle domande degli avvocati difensori coperta da un drappo nero che le impedisce di incrociare i loro sguardi. A proseguire il contro esame della presunta vittima è l'avvocato di Edoardo Capitta, Mariano Mameli. 

I video

Ieri era stata un'altra udienza sofferta per la studentessa, oggi 23enne. La ragazza infatti si è rifiutata di vedere le immagini, pochi secondi, del video girato dagli imputati la notte del presunto stupro ed è uscita dall'aula. È stato l'avvocato Alessandro Vaccaro, difensore di Lauria, a chiedere e ottenere che si proietasse il breve filmato in aula. Una visione necessaria, a suo dire, per porre domande e fare contestazioni alla giovane, su quanto da lei raccontato in precedenza. A partire dal fatto che, secondo la sua deposizione avallata dall'accusa, fosse incapace di reagire. "Ho visto tutto nero, il mio corpo non mi rispondeva, ho avuto un mancamento e sono svenuta", sono le risposte che anche ieri la ragazza ha ripetuto davanti alle obiezioni dei legali degli imputati. 

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Le domande poste alla ragazza

L'avvocato della ragazza, Giulia Bongiorno, ha fatto presente più volte al Tribunale la fragilità della sua assistita. E ieri, formalmente, ha presentato un'istanza per tutelarla il più possibile dallo stress emotivo che vive in aula, sottolineando che finora ha risposto a circa 1.400 domande per un totale di 22 ore di udienza, 17 se si contano le pause, e che la sua situazione psicologica è peggiorata. Il Corriere della Sera ha riportato alcune delle domande che sono state rivolte alla ragazza: si va da "Cosa le ha impedito di tenere la bocca chiusa? Perché l'ha aperta?" a "Perché non si è mai chiusa in bagno?", fino a "I pantaloncini erano elasticizzati? Avevano una chiusura a coulisse?" e "Come hanno fatto a sfilarle sia gli slip che i pantaloni insieme?".

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