Un delitto d'impeto tra i fumi dell'alcol, probabilmente nato per futili motivi. Al 33enne i carabinieri sono arrivati perché la vittima, telefonando alla madre nel tentativo disperato di chiedere aiuto, era riuscito a fare il suo nome
Tradito da un selfie davanti a un tavolo pieno di bottiglie, pubblicato su Facebook. Così Luca De Bonis, 33 anni, di Appiano Gentile, fermato ieri sera per l'omicidio di Manuel Millefanti, aveva annunciato sui social l'inizio della serata a casa dell'amico poi terminata in tragedia. “Per stasera bastano dai… Diciamo di sì”, si legge sotto alla foto pubblicata sul social. L’ultimo scatto di Manuel, 43 anni, ucciso attorno alle 4.30 della notte tra domenica e lunedì, nella sua abitazione a Oltrona di San Mamette, nel Comasco. A ucciderlo, dopo una serata all'insegna dell'alcol e della droga, l’amico Luca de Bonis che ha confessato l'omicidio durante il fermo.
La telefonata alla madre
De Bonis, una lunga serie di precedenti per droga, dopo un pomeriggio passato in caserma ha deciso di fare parziali ammissioni e il magistrato di turno ha deciso il fermo per omicidio. Un delitto d'impeto tra i fumi dell'alcol, probabilmente nato per futili motivi. Al 33enne i carabinieri sono arrivati perché Millefanti, telefonando alla madre nel tentativo disperato di chiedere aiuto, era riuscito a fare il suo nome.
Colpito da una sola coltellata
De Bonis è stato trovato mentre camminava in paese ed è stato portato in caserma: le prove che fosse stato a casa della vittima quella sera erano lampanti. C'era la testimonianza dell'amico che li aveva accompagnati in macchina (a Millefanti avevano ritirato la patente) e c'era la foto su Facebook. Da quanto è emerso finora, a uccidere il 43enne è stata una sola coltellata. Ulteriori particolari arriveranno dall'autopsia disposta dalla Procura.