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L’ultimo saluto a Giovanna Pedretti. L’omelia: “Sospetti pesanti come macigni”

Cronaca
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I familiari della donna hanno chiesto di "non inviare fiori ma devolvere l'equivalente in offerte alla Casa di Riposo di Sant'Angelo Lodigiano o all'Associazione Genitori e Amici dei disabili e Gruppo il Maggiolino". Si tratta di due realtà che Pedretti aveva aiutato quando era in vita

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Sant'Angelo Lodigiano saluta oggi per l'ultima volta Giovanna Pedretti, la ristoratrice trovata morta nel fiume Lambro domenica 14 gennaio. In occasione dei funerali, i familiari della donna hanno chiesto di "non inviare fiori ma devolvere l'equivalente in offerte alla Casa di Riposo di Sant'Angelo Lodigiano o all'Associazione Genitori e Amici dei disabili e Gruppo il Maggiolino". Si tratta di due realtà che Pedretti aveva aiutato quando era in vita.

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I funerali

Circa mille persone hanno partecipato ai funerali della ristoratrice. Lo striscione per ribadire ai giornalisti di rispettare il momento di dolore, che era comparso nei giorni scorsi vicino all'abitazione della donna (sopra la pizzeria di cui era titolare), è stato esposto sul sagrato della basilica. Don Enzo Raimondi, che ha celebrato le esequie con tutti i parroci di Sant'Angelo, all'arrivo della bara in chiesa ha affermato che "non è il clamore mediatico che ci riunisce qui, ma l'amicizia con Giovanna e la vicinanza ai familiari. Siamo qui per leI".

L'omelia

Nella vicenda di Giovanna Pedretti "c'è il giudizio sommario, senza appello, senza misericordia, di chi parla senza sapere, senza conoscere", ha detto Don Enzo Raimondi durante l'omelia: "Il rincorrersi, senza alcun filtro, dei sospetti, pesanti come macigni. Costruiti per soddisfare i pruriti di gente ormai frustrata al punto da bramare la narrazione delle disgrazie altrui. Dove il teorema da dimostrare, il dubbio da alimentare è che anche dove c'è del bene si nasconde, alla fine, un interesse, un tornaconto. Facendo così diventare le ombre tenebra".

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Il caso

La donna, titolare della pizzeria "Le Vignole" di Sant'Angelo Lodigiano, prima era stata lodata per aver risposto a una recensione contro gay e disabili, e poi criticata con l'accusa di aver falsificato il commento. Ora le indagini sono concentrate sul capire se la 59enne fosse sola quando è uscita di casa prima di annegare nel fiume. L'ipotesi principale resta comunque il suicidio.

Le indagini

Dentro e intorno all'auto di Pedretti, parcheggiata vicino a dove è stato ritrovato il corpo, sono state rilevate tracce di sangue. Secondo gli inquirenti, la ristoratrice si sarebbe autoprovocata delle ferite, che tuttavia non si sono rivelate fatali. Infatti, come stabilito dal team del dipartimento di Medicina legale di Pavia, che ha svolto l'autopsia, la 59enne è morta per annegamento. 

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L'analisi dei telefoni

Le indagini - che al momento sono contro ignoti e vedono l'istigazione al suicidio come ipotesi di reato - si concentrano anche sulle analisi dei due telefonini della donna, che erano a uso personale e che sono stati ritrovati nell'auto. Si cerca inoltre di risalire all'identità del (presunto) cliente che aveva lasciato la recensione contro gay e disabili: qualora il post sia effettivamente vero, gli investigatori dovranno scandagliare scontrini, prenotazioni e filmati per dare un nome (reale) all'utente.

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