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Due incidenti sul lavoro nelle Marche, morti un operaio a Jesi e un fabbro a Rapagnano

Cronaca

Un dipendente di una ditta esterna addetta alle manutenzioni ha perso la vita nello stabilimento della Cnh di Jesi. Aveva 55 anni. Insieme a un collega stava collocando dei pannelli isolanti sul tetto di un capannone, quando è precipitato nel piazzale. A Rapagnano invece un fabbro è morto avvolto dalle fiamme nel suo laboratorio, stava lavorando nel seminterrato della sua abitazione quando è scoppiato un incendio

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Due operai morti nelle Marche e altrettanti gravemente feriti. Un bollettino giornaliero, quello degli incidenti sul lavoro, che va ad allungare ulteriormente la lista delle vittime e che spinge i sindacati a chiedere più sicurezza nelle fabbriche. Gli incidenti mortali sono avvenuti a Jesi, in provincia di Ancona, e a Rapagnano, in provincia di Fermo. 

Due operai morti a Jesi e Rapagnano

A perdere la vita nello stabilimento della Cnh di Jesi, dove si producono trattori, è stato un dipendente di una ditta esterna addetta alle manutenzioni. Aveva 55 anni. Insieme a un collega stava collocando dei pannelli isolanti sul tetto di un capannone, quando è precipitato nel piazzale. I soccorsi sanitari hanno tentato di rianimarlo per una trentina di minuti prima di constatarne il decesso. Immediato lo stop all'attività lavorativa, per consentire gli accertamenti dei carabinieri e dell'Azienda sanitaria territoriale di Ancona.

A Rapagnano invece un fabbro è morto avvolto dalle fiamme nel suo laboratorio, in provincia di Fermo. Paolo Mariani, 62 anni, stava lavorando nel seminterrato della sua abitazione quando è scoppiato un incendio: l'uomo è stato avvolto dalle fiamme, forse divampate a causa di qualche sostanza chimica presente sulla tuta. Secondo altre ipotesi avrebbe preso fuoco la bombola per la fiamma ossidrica. Il corpo di Mariani è stato rinvenuto in un bagnetto, adiacente il laboratorio. Sul luogo vigili del fuoco e carabinieri. 

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Altri gravi incidenti sul lavoro

Un grave incidente sul lavoro si è verificato anche ai cantieri navali di Fincantieri a Monfalcone, in provincia di Gorizia. Un operaio di 23 anni, di origini bengalesi, è rimasto schiacciato a causa del crollo di un ponteggio. Fim, Fiom e Uilm hanno proclamato uno sciopero immediato di 8 ore. Il giovane è stato ricoverato all'ospedale triestino di Cattinara: ha subito un trauma cranico e toracico, la prognosi è riservata. È rimasto intrappolato tra pesanti strutture metalliche per la cui rimozione sono dovuti intervenire i vigili del fuoco. L'area, su disposizione della magistratura, è stata posta sotto sequestro. Non è ancora ben chiara la dinamica dell'incidente e l'azienda sta tentando di ricostruirla in maniera dettagliata. Si sta anche cercando di capire se la forte bora che soffia nel golfo di Trieste dalla notte scorsa possa avere inciso. Le segreterie nazionali di Fim, Fiom e Uilm hanno chiesto a Fincantieri l'istituzione di un tavolo sulla sicurezza "'permanente e prioritario' per mettere in campo le giuste azioni per garantire la sicurezza ai dipendenti e, specificatamente, ai lavoratori delle ditte in appalto, ulteriori a quelle già esistenti". Ma la lista non si ferma qui. Un incidente sul lavoro si è verificato anche nella zona industriale nord di Grosseto, dove un uomo di 52 anni è caduto da una scala da un'altezza di circa due metri. Le sue condizioni sono gravi. Di ieri invece il grave ferimento di un operaio di 59 anni, di origine nordafricana e residente in Valle d'Aosta, rimasto schiacciato mentre era impegnato a smontare le luminarie natalizie nel centro di Châtillon per conto di un'impresa di Verrès. Intanto la Fiom Cgil di Chieti ha indetto uno sciopero in tutte le fabbriche metalmeccaniche della provincia per il 24 gennaio per tornare a parlare dell'emergenza incidenti sul lavoro, dopo che due giorni fa Roberto Caporale, 47 anni di Lanciano (Chieti), lavoratore con contratto di somministrazione alla Proma Spa di Monte Marcone di Atessa (Chieti), è morto investito da un tubo metallico.

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