Verona, Filippo Turetta cambia cella: è protesta in carcere

Cronaca
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Solo due detenuti sarebbero disponibili a condividere la cella con lui, il che comporterebbe una serie di spostamenti che allungherebbero i tempi del trasferimento

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Sono passati quasi due mesi dal femminicidio di Giulia Cecchettin. Dopo quasi 50  giorni passati nella casa circondariale di Montorio Veronese, Filippo Turetta potrebbe cambiare sezione: dalla sesta, cioè l’infermeria, alla terza, che è la più sovraffollata. Secondo quanto riporta Il Messaggero, solo due detenuti sarebbero disponibili a condividere la cella con lui, il che comporterebbe una serie di spostamenti che allungherebbero i tempi del trasferimento. (LE INDAGINI SULL'AUTO - IL PRESEPE DEDICATO A GIULIA CECCHETTIN)

La ricostruzione dei fatti

Intanto, nel 2023 i detenuti che si sono tolti la vita nelle carceri italiane sono stati 68. Questo secondo il dossier “Morire di carcere” di Ristretti Orizzonti: "Proprio l’ultimo giorno dell’anno abbiamo avuto notizia, da fonte certa, di un tentativo di suicidio, sventato dal pronto intervento dei compagni di cella, nel carcere di Montorio, Verona. Sì, sempre e ancora Montorio, l’istituto nel quale si sono suicidati tre ragazzi in meno di un mese tra il novembre e il dicembre scorso, ma che è balzato agli onori delle cronache solo ed esclusivamente per l’azzardata decisione di detenere in questo carcere, già martoriato da croniche problematiche, Filippo Turetta", riporta Il Messaggero. Nei primi giorni della sua reclusione, l’associazione aveva reso noto il malumore che serpeggiava "tra detenuti, parenti e avvocati" per le ripercussioni organizzative dell’attenzione mediatica riservata al 22enne di Torreglia, dopodiché aveva scelto la linea del silenzio. Ora la notizia del possibile cambio cella.

Il delitto di Giulia Cecchettin lo ha toccato profondamente, tanto da spingerlo a riflettere su di sÈ, sulle emozioni nei confronti della sua ex, su quelle "piccole cose tutt'altro che piccole" che possono passare per la testa degli uomini. Allora ha preso carta e penna e ha scritto una lettera direttamente a Giulia, scusandosi "per l'ennesimo nostro fallimento". Filippo - questo il nome del giovane che ha firmato la missiva - ha lasciato le due pagine scritte a penna blu, tra i fiori posati sulla tomba della ragazze. Le ha trovate Andrea Camerotto, zio di Giulia, racconta oggi il Corriere del Veneto, e le ha postate su Facebook. "Ci sono uomini - scrive Camerotto - che capiscono e si fanno giustamente un esame interiore per essere veri uomini. Grazie Filippo".
FACEBOOK ANDREA CAMEROTTO
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