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Violenza sulle donne, migliaia di testimonianze sotto un post Instagram della Polizia

Cronaca

Giulia Mengolini

Il post, che riprendeva la poesia dell'attivista peruviana Cristina Torres-Cáceres, e si rivolgeva alle donne dicendo "non siete sole", ha scatenato migliaia di commenti che raccontano episodi di molestie o stalking minimizzati e rimasti inascoltati dopo le chiamate alle forze dell'ordine

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Sono migliaia i commenti sotto un post pubblicato dalla Polizia di Stato contro la violenza sulle donne, dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin. Il post riprendeva una poesia, diventata virale in questi giorni, dell'attivista peruviana Cristina Torres-Cáceres: "Se domani sono io, se domani non torno, mamma, distruggi tutto. Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima". Nella didascalia, l'account scriveva che questi versi ricordano "l’importanza di essere uniti nel combattere la violenza sulle donne", dicendo alle donne: "Non siete sole". I quasi sei mila commenti che si sono susseguiti in pochi i giorni sotto al post sono per la stragrande maggioranza scritti da donne e ragazze che hanno replicato raccontando pubblicamente episodi di molestie, stalking o violenza chesarebbero rimasti inascoltati o sarebbero stati minimizzati dalle forze dell'ordine. 

Le testimonianze

"Sono stata inseguita in macchina da uno sconosciuto che mi ha quasi speronato e mi ha urlato le peggio offese. Voi sì siete preoccupati di chiedermi perché alle 3 di notte tornassi a casa da sola in macchina da una festa è 'non è che magari questo era alla festa e gli hai fatto credere chissà che?'", scrive una donna rivolgendosi alla Polizia. "Quando sono stata picchiata alle 20.30 di una sera di dicembre mi avete chiesto se mi sembrava il caso di passeggiare sola per le strade buie", racconta una ragazza. "Quando sono venuta a chiedervi aiuto per stalking e messaggi minatori mi avete risposto che finché non dice qualcosa tipo "ti ammazzo" non potete fare nulla. Alcuni non sono così gentili da avvisare prima", denuncia un'altra. E ancora: “Non ti conviene denunciarlo, altrimenti é la tua parola contro la sua e rischi che ti denunci a sua volta per calunnia”, sono le parole che si è sentita rispondere un'altra donna. Di nuovo: "Mi avete presa in giro quando ho detto che mi seguivano e molestavano sotto casa? Mentre piangevo per la paura di scendere con i miei cani per settimane! Mi avete detto di vestirmi da maschio!", o un'altra: "Quando è successo a me mi avete detto che sono cose da ragazzi che possono capitare. Poi però sono stata cinque giorni in ospedale". Questi sono solo alcuni dei commenti che sembrano avere tutti un comune denominatore: la minimizzazione e la svalutazione del pericolo denunciato dalle donne rivoltesi alle forze dell'ordine.

Giovedì pomeriggio i commenti sono stati disattivati sotto il post per alcune ore, una decisione duramente criticata da moltissimi utenti su altri social network. In serata la Polizia li ha resi di nuovo attivi.