"Ci fa male vederci additare come inadeguati, come una famiglia simbolo del patriarcato”, hanno detto in un'intervista al Corriere della sera. "Secondo noi, gli è scoppiata qualche vena in testa. Non c’è davvero una spiegazione", hanno affermato
È un'intervista piena di angoscia quella rilasciata al Corriere della Sera da Nicola e Elisabetta Turetta, genitori di Filippo, attualmente detenuto in Germania per aver ucciso la sua ex fidanzata Giulia Cecchettin. “Mi sembra impossibile. Ma poi dicono dello scotch, del coltello, non so cosa pensare... forse voleva sequestrarla per non farle dare la tesi e poi la situazione è degenerata. Secondo noi, gli è scoppiata qualche vena in testa. Non c’è davvero una spiegazione”.
"Immenso dolore per Giulia, siamo devastati"
“Parlano di possesso, maschilismo, incapacità di accettare che lei fosse più brava di lui. Non è assolutamente niente di tutto questo. Io sono convinto che qualcosa nel suo cervello non abbia più funzionato”, ha aggiunto il padre, l’unico tra i due che riesce davvero a parlare. “Proviamo un immenso dolore per la povera Giulia. Siamo vicini alla sua famiglia, siamo devastati per quello che è accaduto. Pensiamo in continuazione a lei. Ci fa male vederci additare come genitori inadeguati, come una famiglia simbolo del patriarcato”, racconta ancora il genitore del 22enne.
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"Resta nostro figlio, pagherà per quello che ha fatto"
Quando è stato fermato “secondo noi era in stato confusionale. Ha vagato senza una meta, non è tornato perché probabilmente aveva paura. Segno che non aveva un piano”. In attesa dell’udienza per decidere sulla consegna, “non ci hanno fatto ancora parlare con lui. Ci hanno detto che è molto provato. Se non lo riporteranno in Italia nei prossimi giorni, ci organizzeremo per andare noi in Germania. Resta nostro figlio. Cosa dobbiamo fare? Pagherà per quello che ha fatto. Noi siamo pur sempre i suoi genitori”. Ad aspettarli a casa c’è un altro figlio. “Non è facile, soffre molto. Ieri sera era a tavola e ha sentito al telegiornale che ‘il killer’ era stato fermato in Germania. È dura sentir parlare così di un fratello. Filippo in casa non è mai stato un ragazzo violento. Siamo tutti sgomenti”, ha detto Nicola Turetta.