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Striscia di Gaza, Tajani: “Aperto valico di Rafah, usciti i primi italiani”

Cronaca

Si tratta di quattro volontari di Ong internazionali, uno dei quali con moglie palestinese, che nelle scorse settimane erano già localizzati presso la base Unrwa. Ora si trovano in Egitto e sono assistiti dall'ambasciata d'Italia al Cairo

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Quattro italiani, volontari di Ong internazionali, uno dei quali con moglie palestinese, che nelle scorse settimane erano già localizzati presso la base Unrwa a Rafah, hanno attraversato il valico e sono ora in Egitto, assistiti da personale dell'Ambasciata d'Italia al Cairo. "Sono felice di confermare che un primo gruppo di italiani che avevano intenzione di lasciare Gaza è uscito dalla Striscia", ha dichiarato il Ministro degli Esteri, Antonio Tajani.

Tajani: “Favorevoli a una tregua umanitaria”

“La nostra ambasciata al Cairo è pronta ad accogliere i nostri connazionali”, aveva detto oggi Tajani, intervenendo all'inaugurazione di Lucca Comics&games aggiungendo che “inizieranno a entrare i tir con gli aiuti umanitari, mi auguro anche quelli inviati dallo Stato italiano che sono stati consegnati alla Mezzaluna rossa". "Siamo favorevoli, lo abbiamo detto in tutte le riunioni, a una tregua umanitaria – aveva poi aggiunto il ministro – Siamo favorevoli a delle pause nei combattimenti per poter aiutare la popolazione civile palestinese che nulla ha a che fare con questa guerra".

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“Non politicizzare la cultura e l'arte”

"È una scelta loro, io faccio le mie scelte e rispetto quelle degli altri. La cultura e l'arte non possono mai essere politicizzate. Bisogna sempre pensare alla manifestazione dell'artista. Se politicizziamo anche gli artisti non diamo un buon esempio. Le istituzioni sono istituzioni, gli uomini di cultura sono uomini di cultura, altrimenti che facciamo, siccome c'è la guerra tra Russia e Ucraina non leggiamo più Dostoevskij?", ha proseguito il ministro degli Esteri rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano degli artisti, come Zerocalcare, che hanno deciso di non partecipare al festival in polemica con il patrocinio da parte dell'ambasciata di Israele in Italia. "Sono qui - ha spiegato Tajani - non solo perché c'è il patrocinio del ministero degli Esteri, ma perché con due guerre alle porte, e tante immagini tremende che ci accompagnano, da qui parte un messaggio di pace: 'Togheter' (il titolo di questa edizione del festival) è una parola che unisce e non divide".

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