In Evidenza
Altre sezioni
altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Video hot fake, Meloni fa causa e chiede 100mila euro di danni da devolvere in beneficenza

Cronaca
©IPA/Fotogramma

La premier ha espresso la volontà che siano versati nel fondo nazionale del ministero dell'Interno a sostegno delle donne vittime di violenza. La richiesta avviene nel processo in corso al Tribunale di Sassari che vede la presidente del Consiglio parte civile contro due imputati, padre e figlio, accusati di diffamazione dopo avere pubblicato su un sito internet pornografico statunitense dei video contraffatti con il volto di Meloni sui corpi dei protagonisti di scene hard

Il tuo browser non supporta HTML5

Condividi:

Centomila euro di risarcimento danni da devolvere in beneficenza a sostegno delle donne vittime di violenza. È la richiesta della premier Giorgia Meloni nell'ambito del processo in corso al Tribunale di Sassari che vede la presidente del Consiglio parte civile contro due imputati, padre e figlio, accusati di diffamazione dopo avere pubblicato su un sito internet pornografico statunitense dei video contraffatti apponendo il volto della premier sui corpi dei protagonisti di scene hard.
L'eventuale risarcimento da versare nel fondo nazionale del ministero dell'Interno a sostegno delle donne vittime di violenza è una "cifra simbolica", spiega l'avvocata di parte civile, Maria Giulia Marongiu, che tutela Giorgia Meloni. "È un messaggio rivolto a tutte le donne vittime di questo genere di soprusi a non avere paura di denunciare, vuole contribuire alla tutela delle vittime, donne che, spesso inconsapevolmente, sono l'obiettivo di questo genere di reati".

Il processo

I due imputati sassaresi di 73 e 40 anni, chiamati a giudizio diretto dalla pm Maria Paola Asara con l'accusa di diffamazione, saranno giudicati con due riti differenti: il loro avvocato difensore, Maurizio Serra, ha chiesto la messa alla prova per il padre, e il giudice Paolo Bulla deciderà a riguardo il 25 marzo. Il figlio seguirà invece il rito ordinario e il dibattimento si aprirà il 19 marzo, davanti alla giudice Monia Adami.

approfondimento

Giornata contro pedofilia e pedopornografia, aumentano minori indagati