Il militare, che non è indagato, è stato sentito come persona informata sui fatti dal procuratore facente funzioni Agata Santonocito. Salvini: "Chi mi ha dato il video? L'unica mia preoccupazione è quello che si vede in quel video"
Davanti ai pm il carabiniere indicato come l'autore del video, in cui si vede la giudice Iolanda Apostolico partecipare alla manifestazione di protesta al porto di Catania contro le politiche migratorie del governo, avrebbe negato di essere l'autore del filmato. Il militare, che non è indagato, è stato sentito a Catania come persona informata sui fatti dal procuratore facente funzioni Agata Santonocito e avrebbe anche sottolineato di non avere confessato e quindi ritrattato alcunché.
Salvini: "Chi mi ha dato il video? Conta che si veda giudice"
"Chi mi ha dato il video? L'unica mia preoccupazione è quello che si vede in quel video - ha affermato il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, oggi a Palermo -. Ognuno nella sua vita privata fa quello che vuole però aver visto un giudice essere in piazza in mezzo a gente che dava degli assassini e animali ai poliziotti non mi lascia tranquillo. Chi ha girato il video non mi interessa, mi stupisce che questo giudice continui a fare il suo lavoro sullo stesso dossier liberando immigrati che i questori vogliono trattenere. Dio non voglia che uno di questi clandestini compia un atto di violenza".
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La versione del militare
Secondo la tesi del carabiniere, esposta più volte al suo legale Christian Petrina, il suo coinvolgimento sarebbe scaturito dopo un incontro informale con altri colleghi che lo avrebbero preso in giro conoscendo la sua amicizia con Anastasio Carrà, sindaco di Motta Sant'Anastasia e deputato nazionale della Lega che per primo ha riconosciuto la giudice Apostolico nel video pubblicato dal ministro Salvini. In particolare, i colleghi avrebbero scherzosamente invitato il militare ad ammettere che il video era suo. Il carabiniere di fronte alle insistenze dei colleghi avrebbe detto qualcosa come "va bene, come dite voi...", ma, ha spiegato, per chiudere il discorso non per ammettere qualcosa che non aveva fatto. La sua affermazione sarebbe stata interpretata come una conferma da un collega che ha presentato una relazione ai superiori che ha fatto scattare gli ulteriori accertamenti.