Politica
Magistratura e politica, da Tangentopoli a Nordio: 30 anni di tensioni
Un crescendo dagli anni ‘90, con l’abolizione dell’immunità parlamentare e il cosiddetto decreto “slava ladri” di Alfredo Biondi, ministro della Giustizia del primo governo Berlusconi. Nel 2010, sempre il governo Berlusconi, ha promosso una riforma della giustizia, nota come 'legge Alfano', che ha introdotto alcune disposizioni volte a limitare l'uso della custodia cautelare in carcere
Le tensioni fra politici e magistratura in Italia vanno avanti da 30 anni, senza soluzione di continuità. Da Tangentopoli, con arresti quotidiani di politici per corruzione, alla separazione delle carriere dei magistrati, sognata da Silvio Berlusconi e ora nel mirino del Guardasigilli Carlo Nordio proprio nel momento in cui un ministro, Daniela Santanchè, è sotto la lente dei magistrati per le sue attività imprenditoriali
Dai primi anni '90 in poi, un crescendo. Noti i casi dell'abolizione dell'immunità parlamentare, e il cosiddetto decreto legge 'salva-ladri', targato ministro della Giustizia del primo governo Berlusconi, il liberale Alfredo Biondi. Per proseguire con leggi varate dai governi guidati da Berlusconi che in un modo o nell'altro erano considerate - dalle opposizioni e da una parte della magistratura - come strumenti per limitare il potere giudiziario
Tutti provvedimenti che suscitavano reazioni, come ha fatto ora l'Anm in relazione alla separazione delle carriere, che accusavano il governo di voler imporre limiti e bavagli. Attacchi della magistratura che - era il ragionamento delle maggioranze di allora a guida Forza Italia - si concretizzavano con la giustizia a "orologeria", indagini ed arresti proprio nelle fasi più "calde" dell'azione riformatrice propugnata dalla politica in materia di Giustizia