Quest'anno è stato registrato il record di nidificazioni, 444 soltanto in Italia. Un boom che per gli esperti è legato ai cambiamenti climatici, in particolare all'aumento della temperatura dei nostri mari
Una tartaruga Caretta caretta ha scavato il suo nido e deposto le uova sotto il lettino di uno stabilimento balneare poi è tornata lentamente in mare. È successo a Monopoli, in provincia di Bari, ma scene come queste sono diventate ormai comuni sulle spiagge del Mediterraneo Occidentale. Quest'anno infatti è stato registrato il record di nidificazioni di tartarughe Caretta caretta, 444 soltanto in Italia. Un boom che per gli esperti è legato ai cambiamenti climatici, in particolare all'aumento della temperatura dei nostri mari. Il record di nidificazioni, tuttavia, non scongiura per questa specie il rischio estinzione. I dati riguardanti le nidificazioni di tartarughe marine in Italia sono stati diffusi da Tartapedia.it e sono stati raccolti dallo staff del portale a partire dal 2018 in accordo con gli enti e le associazioni di settore che operano sull'intero territorio italiano.
"Dobbiamo abituarci a tutelare meglio le nostre coste"
"Le femmine adulte evitano di fare lunghi tragitti, lunghe rotte e si fermano lungo le nostre coste - ha spiegato ai microfoni di Sky TG24 Pasquale Salvemini, di Wwf Puglia -. Quindi, dobbiamo abituarci soprattutto ad avere più deposizioni, dobbiamo abituarci a tutelare meglio le nostre coste perché, ovviamente, stiamo togliendo spazio anche a loro". Quest'anno, in tutto il territorio nazionale, "sicuramente nasceranno più di 20-22mila tartarughe, piccole tartarughe - ha aggiunto Salvemini -, però dobbiamo sempre tenere in considerazione che di queste, che ogni 100 tartarughe solo due o tre diventeranno mature sessualmente e adulte". In ottica rischio di estinzione questa "è ancora una percentuale bassissima che ci lascia pensare che dobbiamo lavorare ancora tantissimo per tutelare questo animale".
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Il monitoraggio
Una telecamera, intanto, monitora 24 ore su 24 il Nido di Monopoli, adottato da un gruppo di cittadini. "Questa tartaruga - ha sottolineato Pietro Brescia dell'Associazione Quadrosfera - ha deciso di venire a creare un nido in un contesto non proprio ideale, una rientranza di uno scivolo. Ogni giorno per tutti questi 60 giorni abbiamo dovuto togliere posidonia e ripristinare il percorso, con la speranza che avvenga questa schiusa che è un evento veramente straordinario perché adesso siamo ormai a oltre 65 giorni".