Mattarella all’inaugurazione dell’anno scolastico a Forlì: "La scuola non tollera divari"
CronacaIl capo dello Stato all'evento "Tutti a Scuola": "La scuola scandisce l'anno non soltanto dei giovani, ma anche delle famiglie, delle comunità, delle città e dei paesi. È il percorso verso il nostro futuro". Poi una riflessione sull'importanza dell'inclusione, del valore che i migranti rappresentano per il Paese e della necessità di "ridare prestigio" alle figure dei docenti
Gli studenti sono già tornati in aula da qualche giorno. Ma l’anno scolastico 2023/2024 è stato ufficialmente inaugurato oggi, lunedì 18 settembre, alla presenza del capo dello Stato Sergio Mattarella che è andato a Forlì per partecipare al tradizionale evento "Tutti a Scuola", ormai arrivato alla sua 23esima edizione e andato in scena quest’anno sul prato dell'Istituto tecnico 'Saffi-Alberti'. "La riapertura della scuola da sempre costituisce un'opportunità, una forte ragione di impegno comune, un motivo di speranza", ha detto il presidente della Repubblica inaugurando l'apertura dell'anno scolastico. "La scuola scandisce l'anno non soltanto dei giovani, ma anche delle famiglie, delle comunità, delle città e dei paesi", ha osservato il Capo dello Stato in chiusura dell’evento: "È il percorso verso il nostro futuro". Presenti anche, tra gli altri, il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara e la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali Marina Calderone.
Mattarella: "Apertura scuole in Romagna segno di resistenza"
Nel corso della sua visita Mattarella ha anche incontrato i rappresentanti dell'associazione "Vittime del fango" che gli hanno chiesto di non dimenticare l’Emilia-Romagna dopo l’alluvione dello scorso maggio: lui ha sottolineato il lavoro fatto dal commissario incaricato, il generale Figliuolo, e il suo interessamento. E durante il suo discorso il capo dello Stato è tornato proprio sul sisma. "L'anno scolastico si apre in queste terre con regolarità, nonostante i danni subiti dalle strutture. È segno, forte e concreto, di tenacia e di resistenza". L’inaugurazione dell’anno scolastico a Forlì – ha aggiunto – "rappresenta un messaggio di inalterata vicinanza alla gente di Romagna".
"La scuola non tollera esclusioni e divari"
Mattarella ha ricordato che la nostra Costituzione dispone che "la scuola è aperta per tutti". Da qui, una riflessione sull’uguaglianza: "Tutti i cittadini, sin dalla nascita, sono uguali. Sul diritto universale all'istruzione si fonda uno dei pilastri della Repubblica. La scuola è, dunque, per tutti e di tutti. Non tollera esclusioni, marginalizzazioni, differenze, divari. Ne verrebbe - e, talvolta, ne viene - deformata". La scuola, ha detto poi Mattarella, è "il luogo dove bambini e ragazzi apprendono i fondamenti della conoscenza, dove fanno i conti con la propria storia e le proprie radici, dove si cimentano con la diversità e la convivenza, dove si appassionano all'arte, alla letteratura, alla scienza, alla tecnica, disegnando il cammino del proprio domani, dove sperimentano la padronanza di sé, dei propri sentimenti, del vivere insieme". Senza il sapere, ha aggiunto, "non c'è futuro individuale", così come senza la scuola "non ci può essere società libera e ordinata". Ecco perché "l'inclusione è, quindi, un obiettivo di importanza decisiva". E su cui non bisogna smettere di lavorare: "Molti passi sono stati fatti negli ultimi decenni per i giovani portatori di disabilità, grazie anche allo straordinario lavoro degli insegnanti di sostegno. Ma su questo fronte non possiamo fermarci né, tantomeno, tornare indietro".
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"Per la scuola risorse e investimenti inadeguati"
Pur riconoscendo come la scuola italiana sia "una grande realtà", Mattarella ha ricordato come "non mancano problemi, lacune e insufficienze, spesso tamponate dall'impegno quotidiano del personale docente e non docente" e che "non sempre si riesce ad attribuire al sistema educativo risorse e investimenti adeguati".
"Migranti? Un grande potenziale per l'Italia"
Il presidente della Repubblica ha sottolineato anche come le scuole italiane contino circa 800mila "studenti migranti o figli di migranti stranieri": si tratta di "un decimo degli iscritti nei nostri istituti" che rappresenta "un grande potenziale per il Paese" e dal cui “"positivo inserimento può dipendere parte importante del futuro dell'Italia". Spesso, però, la condizione di migranti, - "unita alle condizioni di povertà di molte loro famiglie" - fa sì "che queste ragazze e questi ragazzi siano esposti - più di altri - a ritardi o abbandoni scolastici". Questo può portare a problematiche più grandi: "Dobbiamo scongiurare il rischio di giovani che, crescendo al di fuori dei canali scolastici, traducano la loro marginalizzazione in rifiuto della convivenza o come impulso alla ribellione", ha detto Mattarella.
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"Combattere abbandono scolastico per prevenire reati dei più giovani"
Il capo dello Stato ha poi commentato i recenti episodi che hanno aperto il dibattito sulla criminalità giovanile. "I riflettori della cronaca recente – ha osservato - si sono appuntati su alcuni casi di gravissima devianza che hanno visto dei ragazzi come protagonisti: rapine, omicidi, risse tra bande giovanili, intollerabili violenze e molestie ai danni delle ragazze, inaccettabili episodi di bullismo e di prepotenza che mortifica altri ragazzi". Tutto questo, ha detto Mattarella, non fa altro che rendere "ancor più fondamentale combattere, con sempre maggior determinazione, l'abbandono scolastico".
“Condizioni economiche adeguate e prestigio per i docenti”
Ricordando ancora una volta che "la scuola è la prima e la più importante risposta al degrado", Mattarella ha anche evidenziato come sarebbe utile "incoraggiare il lavoro di tanti insegnanti, entusiasti e volenterosi, aiutare la loro strada per camminare insieme agli studenti, evitando che cambino ogni anno, con la necessità di ricostruire ogni volta il rapporto con loro". Fondamentale anche assicurare ai docenti "condizioni economiche adeguate", andando così a ridare "pienamente alla loro funzione il prestigio che le compete nella società e che talvolta è messo in discussione da genitori che non si rendono conto di recar danno ai propri figli".
"L'unico modo per far correre la scuola è che i ragazzi siano protagonisti"
Dopo aver citato Platone - "Quando i figli presumono di essere uguali ai padri, i maestri tremano davanti agli scolari e preferiscono adularli anziché guidarli, quando si disprezzano le leggi e non si sopporta più alcuna autorità, allora è segno che sta per cominciare la tirannide" – Mattarella ha sottolineato come l’unico modo per far "correr" la scuola sia rendere "i giovani protagonisti". Come? "Rafforzando il dialogo tra insegnanti e famiglie e con la realtà sociale in cui è inserita". Poi, un messaggio ai diretti interessati: "La scuola siete voi, care ragazze e cari ragazzi. La scuola è il vostro cammino di libertà. Buona strada".
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L’evento
All’evento, condotto da Flavio Insinna insieme alla cantante Malika Ayane, sono state invitate per esibirsi alcune delegazioni di studenti da varie parti d’Italia. Gli alunni dell’Istituto comprensivo Chieri 3 di Chieri (Torino), 25 violinisti, hanno eseguito Carovana nel deserto, accompagnati dal loro maestro Simone Zoja. Quelli del Liceo coreutico Angelo Musco di Catania hanno partecipato con una performance dedicata a Pandora, il mito. Gli studenti del Liceo coreutico teatrale Germana Erba di Torino, con 25 ballerini e due ragazze in carrozzina, si sono esibiti sulle note di High School Musical; mentre quelli dell’Istituto professionale Morvillo Falcone di Brindisi hanno organizzato una sfilata di moda con abiti realizzati a scuola che ricordano la storia del Brindisino, a partire dalla lotta alla mafia. Sul palco anche il 16enne Alessandro Dioni che, grazie a un corso di pronto soccorso frequentato a scuola, ha salvato la vita con un defibrillatore al 50enne Marcello Amadori. Si è parlato poi di sport, con il Presidente del CONI Giovanni Malagò, con il Presidente del Comitato Italiano Paralimpico Luca Pancalli, con gli atleti Simone Giannelli e Sofia Raffaeli e con gli atleti paralimpici Claudia Cretti e Maxcel Amo Manu. E ancora, sul palco sono saliti il cantante Alfa, l’attore Nicolò Galasso, il gruppo musicale The Kolors, il Maestro Leonardo De Amicis che ha diretto l’Orchestra Sinfonica delle Scuole Marchigiane e un coro composto dagli allievi delle Scuole militari Nunziatella di Napoli, Pietro Teulié di Milano, Francesco Morosini di Venezia, Giulio Douhet di Firenze e da studenti del Saffi-Alberti.