Tragedia funivia Mottarone, chiesto il processo per 8 persone. Leitner risarcisce

Cronaca

Le ipotesi di reato a vario titolo sono attentato alla sicurezza dei trasporti, rimozione o omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro, disastro colposo, omicidio plurimo colposo, lesioni colpose gravissime e per Tadini (l'unico ad essere finito ai domiciliari) e Perocchio anche il falso. Si parla di una cifra complessiva tra i 10 e i 15 milioni di euro da versare ai parenti delle vittime

ascolta articolo

Mentre la Procura di Verbania ritiene sia necessario un processo per stabilire chi siano i responsabili della catena di omissioni, negligenza e imperizia, che si ritiene siano alla base dell'incidente della funivia del Mottarone, Leitner, il gruppo altoatesino che con i suoi vertici figura tra gli imputati, sta procedendo a risarcire le famiglie delle vittime. Alcuni degli accordi sono stati già chiusi, altri sono in via di chiusura. Con l'istanza di rinvio a giudizio depositata dal pm Laura Carrera e dal procuratore Olimpia Bossi, la tragedia che il 23 maggio 2021 che portò alla morte di 14 persone, entra in una nuova fase processuale.

I possibili risarcimenti destinati ai familiari

Negli scorsi mesi, soprattutto durante la fase finale dell'incidente probatorio, erano circolate diverse stime e ipotesi. Si era parlato di una cifra complessiva di circa 25 milioni di euro da suddividere tra i familiari delle 14 vittime, complessivamente una sessantina di persone. Secondo alcuni dei legali la stima potrebbe essere approssimata per difetto. Di certo si conosce la cifra messa a disposizione da Reale Mutua, che assicurava Funivie del Mottarone: 10 milioni che già nella scorsa primavera sarebbero stati messi a disposizione delle famiglie delle vittime. "Certamente non si tratta di somme simboliche" ha spiegato all'AGI l'avvocato Natascia Forconi, dello studio Cecconi di Milano, che segue questa partita delicatissima per conto della Leitner. L'azienda di Vipiteno, infatti, ieri, in coincidenza con il deposito delle richieste di rinvio a giudizio, ha confermato di aver portato avanti in questi mesi le trattative per arrivare ad accordi con le famiglie delle vittime. "Abbiano già chiuso alcune posizioni - ha detto l'avvocato Forconi - e siamo a buon punto con altre. Confidiamo di poter completare gli accordi entro l'udienza preliminare". Leitner, dal canto suo, ha parlato della volontà di "assicurare, sin da subito, ancor prima della celebrazione del processo e a prescindere dalla propria estraneità, il pieno e integrale risarcimento del danno". 

Chi sono gli imputati

Luigi Nerini, titolare della Ferrovie del Mottarone, Enrico Perocchio e Gabriele Tadini, allora rispettivamente direttore d'esercizio e capo servizio dell'impianto, Anton Seeber, presidente del cda di Leitner, il gruppo incaricato della manutenzione, Martin Leitner, consigliere delegato e Peter Rabanser, responsabile del customer service, e le due stesse società, da indagati diventano imputati. Per loro, tra qualche settimana, si ipotizza tra la fine ottobre e la prima metà di novembre, si aprirà l'udienza preliminare. Accusa e difesa caleranno le loro carte davanti a un gup, al quale spetterà decidere: non è da escludere che qualcuno sceglierà un rito alternativo. Le ipotesi di reato a vario titolo sono attentato alla sicurezza dei trasporti, rimozione o omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro, disastro colposo, omicidio plurimo colposo, lesioni colpose gravissime e solo per Tadini (l'unico ad essere finito ai domiciliari) e Perocchio anche il falso. Secondo inquirenti le cause per cui il cavo traente della funivia si è spezzato e la cabina numero 3, con 15 turisti a bordo - solo il piccolo Eitan si è salvato - è precipitata al suolo, sono da ricondurre a parecchie omissioni e gravi leggerezze: come si evince dagli atti di indagine e dalle perizie discusse con la formule dell'incidente probatorio, si va dai mancati controlli, innanzitutto sulla fune ammalorata che poi si è tranciata, alle anomalie e piccoli incidenti spia nascosti e mai annotati sui registri dell'impianto. E ancora dai mancati o insufficienti investimenti, anche sul personale, pur di risparmiare fino alla malaugurata consuetudine - contestata in particolare a Tadini, Perocchio e Nerini -  di inserire i forchettoni per evitare che le cabine si bloccassero all'improvviso in piena corsa, per via dei freni di emergenza, costringendo a manovre dispendiose per far scendere i passeggeri.

La difesa

Una ricostruzione che dovrà essere vagliata dal giudice e che le difese respingono in gran parte. Il collegio di legali dei dirigenti di Leitner e della stessa società, hanno infatti ribadito la "totale estraneità" dell'azienda e dei suoi vertici, "rispetto alle cause determinanti il tragico evento che, come emerso nelle indagini, è stato direttamente riconducibile alla deliberata manomissione dei presidi di sicurezza presenti sull'impianto e perfettamente funzionanti". Comunque il gruppo di Vipiteno "ha già assunto concrete iniziative per assicurare, sin da subito, ancor prima della celebrazione del processo e a prescindere dalla propria estraneità, il pieno e integrale risarcimento del danno" alle famiglie. Si parla, è trapelato, di una cifra complessiva tra i 10 e i 15 milioni di euro da versare ai parenti delle vittime. Ciò da un lato dovrebbe comportare la revoca della loro costituzione di parte civile e la loro uscita dal procedimento, e dall'altro sarebbe una mossa da far valere dalle difese per chiedere il non luogo a procedere per i loro assistiti. 

approfondimento

Mottarone, consulente: impossibile definire tempo di rottura del cavo

Cronaca: i più letti