Scuola, a Bolzano aboliti i voti sotto al 4: lo prevede una legge provinciale

Cronaca

Già nel 2011 la giunta provinciale consigliava ai docenti di mettere voti solo dal 4 in su. Per i casi particolari esiste comunque un margine di discrezionalità per i dirigenti scolastici

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In Alto Adige la scuola è ricominciata con'importante novità: seguendo l'esempio di Austria e Germania, dove addirittura esiste solo un voto negativo, una legge provinciale abolisce di fatto i voti sotto il 4. In realtà in provincia di Bolzano già da tempo il 2 e 3 erano molto rari perché una raccomandazione invitava i professori a evitare queste valutazioni così severe e difficilmente recuperabili.

La legge

La legge locale, promossa dall'assessore Philipp Achammer, è stata discussa ampiamente nei mesi scorsi, ma si tratta di una 'battaglia' che viene da lontano. Infatti, già nel 2011 la giunta provinciale consigliava ai docenti di mettere voti solo dal 4 in su. In ogni caso, per i casi particolari esiste comunque un margine di discrezionalità per i dirigenti scolastici. "Siamo i primi in Italia a non scendere sotto il 4 e come papà sono favorevole. In questo modo diamo una mano agli studenti a non essere troppo demoralizzati", ha commentato il consigliere comunale Roberto Selle.

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Il dibattito

"Non vedo nessun senso nel dare un tre o un due a uno studente. Non hanno un valore pedagogico", ha spiegato l'assessore Philipp Achammer che sulla norma si era scontrato con l’omologo delegato alla scuola in lingua italiana Giuliano Vettorato, più restio alla riforma: "lo sono per il merito e la professionalità dei docenti. Facciamo poi tutte le valutazioni del caso". Sul tema era anche intervenuto a gennaio il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara che, in un'intervista al Corriere della Sera, aveva detto che "quello che conta è che ci sia un criterio di valutazione serio che serva a studente e docente per far capire: stai andando bene, stai andando male. Insomma il livello di preparazione e di rendimento in quel determinato momento. Per il resto attenzione a non far crescere nell’ovatta i nostri ragazzi. Se non li abituiamo ad affrontare le frustrazioni che nella vita saranno tante facciamo il loro male".

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