Brandizzo, verifiche su comunicazioni. Salvini: "Anche un solo morto su lavoro è troppo"

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Nei prossimi giorni saranno sentiti i due indagati per l'incidente sul lavoro costato la vita ai cinque operai travolti da un treno. La procuratrice: “Gli interrogatori non sono ancora programmati. Dobbiamo approfondire la documentazione raccolta”. Al centro delle indagini, le varie telefonate tra l'addetto di Rfi al cantiere e la dirigente movimento di Chivasso che certificherebbero l'assenza del nullaosta per l'avvio del cantiere sui binari

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Non sono ancora stati programmati gli interrogatori dei due indagati per l'incidente sul lavoro costato la vita ai cinque operai travolti da un treno a Brandizzo. Lo ha detto la procuratrice capo di Ivrea Gabriella Viglione. "Vedremo le nomine degli avvocati ed eventuali istanze, ma al momento dobbiamo approfondire la documentazione raccolta", ha spiegato. Al centro delle indagini ci sono le ultime comunicazioni: sono agli atti diverse telefonate tra l'addetto di Rfi al cantiere e la dirigente movimento di Chivasso che certificherebbero l'assenza del nullaosta per l'avvio del cantiere sui binari. L'ultima telefonata registra la strage degli operai. "Non sarò un ministro contento alla fine del mio mandato se avrò aperto 100 cantieri ma ci sarà anche un solo incidente sul lavoro, anche un solo morto è troppo", ha detto oggi il ministro Matteo Salvini parlando al Forum Ambrosetti. "Non si può morire sul lavoro per mancanza di comunicazione. Non ho pace - dice Salvini -. L'accertamento delle responsabilità non riporta in vita 5 operai ma dobbiamo essere sempre più presenti sulla sicurezza sul lavoro". Più tardi, ha aggiunto: "La procedura c'è, non puoi andare a lavorare su un binario se non c'è l'autorizzazione che non passano più veicoli. È stato un drammatico errore su cui ovviamente dobbiamo andare fino in fondo, è inaccettabile".

Calderone: "Accertamenti in corso"

Ieri invece la ministra del Lavoro Calderone è stata sul luogo della tragedia. E ha assicurato: "Come Ministero del Lavoro abbiamo già messo in moto tutte le nostre strutture, l'Ispettorato nazionale del lavoro, l'Inail e tutti i soggetti interessati, per garantire l'accertamento della dinamica dei fatti e delle eventuali responsabilità".

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Immagini, telefonate e documenti in mano alla Procura

Le immagini delle telecamere di videosorveglianza, le telefonate registrate e i dati documentali già in possesso della Procura confermano quello che era il sospetto della prima ora: nessuno aveva autorizzato l'avvio dei lavori al binario 1 della stazione di Brandizzo. "Il cantiere è iniziato senza alcun nullaosta", sottolinea la procuratrice capo d'Ivrea, Gabriella Viglione, confermando gravi violazioni della procedura di sicurezza prevista per i cantieri di manutenzione ferroviaria. Il sospetto è stato confermato dall'incrocio di tutti gli elementi già raccolti dagli investigatori. I lavori erano previsti in quel tratto e in orario notturno, ma era necessario coordinarsi con la sala operativa in quanto era previsto il passaggio di tre treni: uno di linea, uno di servizio (quello che ha travolto gli operai) e un terzo convoglio all'una e mezza di notte. Stando alle registrazioni, alle 23.30, la sala operativa avrebbe fornito all'addetto Rfi a Brandizzo delle fasce orarie nel corso delle quali effettuare i lavori, in relazione ai previsti passaggi dei treni, ma nessun via libera ad avviare il cantiere. Quando a mezzanotte, l’uomo richiama Chivasso per ottenere il nullaosta, il primo treno di linea è già transitato ed è possibile che sia stato erroneamente scambiato per il secondo che, invece, stava arrivando proprio in quel momento in stazione. Gli operai, a quel punto, si trovavano già sui binari, autorizzati dal referente Rfi e dal capocantiere, ma senza alcun via libera dalla centrale.

Il luogo dell'incidente presso la stazione ferroviaria di Brandizzo dove un treno ha investito cinque operai che lavoravano sui binari, 1 settembre 2023 ANSA/ALESSANDRO DI MARCO

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Tecnico Rfi cancella i profili social            

Intanto il 47enne tecnico Rfi - che è uno dei due indagati - ha cancellato i suoi profili social. A quanto si apprende nelle scorse ore sul web sarebbero apparsi dei messaggi contro l'uomo, in cui veniva insultato e accusato per la morte dei cinque operai. Sarebbe questa la ragione per cui i profili sono stati cancellati.

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