A rendere noto quanto successo è stato il segretario Uil Pa Penitenziari, Fabio Pagani, spiegando che la situazione è stata tenuta sotto controllo dagli agenti, "trattenuti in servizio per fronteggiare eventuali disordini"
L’inflazione non risparmia nemmeno i detenuti. Ed è proprio per questa ragione che nella serata di lunedì all’interno del carcere di Marassi, a Genova, è andata in scena una protesta contro l’aumento dei prezzi del "sopravvitto", ovvero i beni che gli stessi acquistano tramite spesa interna. A rendere noto quanto successo è stato il segretario Uil Pa Penitenziari, Fabio Pagani, spiegando che la situazione è stata tenuta sotto controllo dagli agenti, "trattenuti in servizio per fronteggiare eventuali disordini".
Protesta anche per il ritardo nella consegna della spesa
A scatenare la protesta, durata circa un’ora, non solo l’aumento dei prezzi ma anche, spiega Pagani, la mancata o meglio ritardata consegna della spesa (generi alimentari) dai detenuti acquistata, da parte della ditta appaltatrice. “Se tali informazioni dovessero essere confermate - commenta il sindacalista - chiediamo l'immediato intervento dei vertici dell'Amministrazione Penitenziaria in quanto, sia la Direzione che il Comando dell'Istituto sapevano di tale, grave problematica e non possiamo permetterci disordini e problematiche non risolte, per un Istituto con una capienza regolamentare/ ottimale di 456 detenuti, con presenti circa 700 detenuti. Occorre tenere i riflettori sempre accesi su Marassi".
"Serve una task force"
Per Pagani, "nelle carceri è assolutamente necessaria una task force che si occupi delle diverse emergenze, prime fra tutte la 'densità detentiva', gli organici della Polizia penitenziaria e degli altri operatori e i modelli organizzativi. Lo abbiano bene a mente il Ministro Nordio, ma anche il Presidente Meloni, perché i penitenziari potrebbero essere il vero banco di prova del Governo".