
Cibo da casa proibito, ecco dove non si può mangiare in spiaggia
Nei giorni di Ferragosto, c’è chi sceglie di andare al mare e mangiare in spiaggia portandosi il pranzo al sacco. Si è però registrato più di un caso di tensioni, dalla Puglia al Lazio fino alla Campania, per i divieti imposti in alcuni stabilimenti e località

Nei giorni di Ferragosto, c’è chi sceglie di andare al mare e mangiare in spiaggia portandosi il pranzo al sacco. L’inflazione e il caro vacanze spingono molti a fare questa scelta, ma si sono registrati più casi di tensioni e anche proteste contro specifici divieti
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Nei giorni scorsi, una indagine di Coldiretti/Ixè ha fotografato una tendenza al fai da te lungo le coste italiane. Tra le preferenze segnalate in discesa dall’indagine di c’è la parmigiana, scelta dal 5% dei vacanzieri. Ed è però proprio intorno a questo alimenti che nel giorno di Ferragosto si sono registrate alcune proteste, tanto da far parlare alcuni media di “rivolta della parmigiana”
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In diversi stabilimenti balneari, segnala il Messaggero, ci sono stati casi di proteste per i divieti imposti da alcune strutture per il consumo di cibo in spiaggia. È successo in Puglia, ma anche nel Lazio e nel Napoletano
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La motivazione di tali divieti, riporta sempre il quotidiano romano, sarebbe quella di impedire l’accesso ad attrezzature ingombranti come frigoriferi, borse termiche e pentole, ritenuti troppo vistosi. In alcuni casi, invece, gli stabilimenti consentono di mangiare ad esempio pezzi di pizza o focaccia, ma vietano di portare veri e propri piatti come lasagne o appunto parmigiane
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Tali divieti, come detto, hanno portato anche a proteste. Secondo quanto riportato da La Repubblica, se n’è occupato anche un avvocato e attivista del Codacons a Bari: “Semplicemente non lo possono fare. Non ne hanno l’autorità, e se per questa stagione ormai è tardi, perché i tempi della burocrazia non ci consentirebbero di intervenire in tempo utile, dall’anno prossimo diffideremo chiunque si azzardi a proibire ai bagnanti di accedere al demanio con il proprio cibo”

A Pozzuoli invece, riporta Il Gazzettino, sarebbe stata inviata una lettera al sindaco Gigi Manzoni “per chiedere un intervento urgente contro quei gestori dei lidi balneari che effettuano controlli all’ingresso, per vietare l’introduzione di cibo e bevande o addirittura borse frigo di grandi dimensioni”

Infine, riporta La Repubblica, l’assessorato al Demanio della Regione Puglia ha ricordato quanto è stabilito nell’ordinanza balneare 2023: se è “vietato accendere fuochi o fare uso di fornelli ed allestire pic-nic con tavolini e sedie in aree non allo scopo riservate”, d’altra parte “è sempre consentito, sulle spiagge e sulle aree demaniali, introdurre alimenti specifici e/o dispositivi medici di emergenza negli opportuni contenitori (es. borse termiche) nonché consumare alimenti/bevande, anche se non acquistati in loco”

Secondo l'indagine di Coldiretti/Ixè sulla tendenza al fai da te lungo le coste italiane, in testa alle preferenze per l'ora di pranzo in spiaggia c’è l’insalata di riso, oppure di pollo o mare: è questa la scelta del 34% dei vacanzieri che ha scelto di mangiare in riva al mare

A seguire, c’è una semplice macedonia scelta dal 18%, mentre la caprese a base di mozzarella e pomodoro è la preferenza del 12% dei vacanzieri. Scendono, invece, alcune ricette radicate nella tradizione come la frittata di verdure o pasta (7%), lasagne (5%) e polpette (4%)

Un cambiamento che, secondo la Coldiretti, è dettato “oltre che dal caro prezzi” anche “dalla svolta salutista di una considerevole percentuale di italiani alla ricerca della forma fisica oltre che la praticità. Il cibo resta comunque un ingrediente importante della vacanza in Italia dove circa un terzo della spesa turistica viene proprio destinata alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismo, ma anche per cibo di strada o specialità enogastronomiche”
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