Centri anziani, a Roma un progetto dedicato alle famiglie fragili

Cronaca

Ludovica Passeri

Qual è il futuro di quelli che fino a oggi sono stati punti di aggregazione per la terza età? Il progetto "Al Centro del Cerchio", lanciato dal XV Municipio poche settimane fa, è un laboratorio intergenerazionale in cui genitori che hanno bisogno di sostegno e i loro bambini possono contare sul supporto degli anziani del quartiere, perché tutti hanno diritto ad avere dei nonni

ascolta articolo

Nelle grandi città, “estate” significa anche anziani soli in cerca di compagnia e famiglie fragili che non possono andare in vacanza e devono fare i conti con la chiusura delle scuole e con lo stop dei servizi. A Roma il centro anziani San Felice Circeo (CSA) ha aperto le porte a mamme e papà in difficoltà e ai loro bambini. “Al Centro del Cerchio” è un progetto lanciato a fine giugno dal XV Municipio in collaborazione con la cooperativa Cassiavass per stare vicino a chi ha bisogno nel momento più critico dell’anno. 

 

Al Centro del Cerchio

“Questo è uno dei primi lavori che hanno fatto per presentarsi. Ognuno ha realizzato un ritratto con l’aiuto dei bambini", Elisa Marinelli, responsabile Minori e famiglie della cooperativa Cassiavass, indica un cartellone coloratissimo che campeggia su una parete della stanza dei giochi. Ci spiega che "spesso la vulnerabilità deriva dal fatto che tante famiglie, al di là del disagio economico, hanno anche una grande carenza di rete di sostegno, di prossimità”. L’obiettivo quindi è quello di lavorare con tutto il territorio e anche con gli anziani “per creare legami e connessioni". Elisa ci presenta una delle mamme del progetto, in braccio tiene una piccola di 8 mesi: “Vengo tre volte alla settimana. La bimba a casa dorme sempre e si annoia, mentre qua è bello, perchè gioca ed è contenta”. La donna ci racconta che è arrivata in Italia nel 2016 ed è completamente sola. La sua famiglia è rimasta in India. “Abbiamo trovato nuovi amici e i signori anziani che incontriamo qui sono come nonni”, dice sorridendo.

 

“I bambini sono fonte di vita nuova”

"Io per esempio mi presento come nonna. Mi sentirete dire spesso ‘vieni da nonna’ in modo familiare, di apertura per farli sentire accolti. Qui trovano da un nonno che dà consigli ai genitori a un altro che gioca con i piccoli. Insomma, cerchiamo di costruire insieme una cultura diversa". Patrizia, 67 anni, è una delle colonne portanti della struttura. Ha già imparato i nomi di tutti i bimbi. Gli anziani sono ben contenti di venire qui non solo per giocare a carte: “I bambini per noi sono una fonte di vita nuova”, confessa. L’educatrice Silvia Salusest sottolinea che la conoscenza del territorio è fondamentale: gli anziani sono i pilastri del quartiere, conoscono tante persone. Spesso ci mandano mamme in difficoltà, ci danno un apporto pratico e di rete”.  

 

approfondimento

Cascina Vita Nova, a Milano una casa per i senzatetto e i loro cani.

Luoghi protetti ma non isolati

L’assessora alle Politiche sociali del municipio Agnese Rollo racconta la genesi del progetto: “Sapevamo di dover intervenire sulle sacche di povertà del nostro territorio, fornendo supporto legale, psicologico, di puericultura a famiglie con figli da zero a cinque anni, ai neo genitori disorientati e in stato di necessità e in particolare alle neomamme con depressione post partum. Il punto di svolta è stato individuare il centro anziani come spazio in cui farlo: è un luogo protetto ma non isolato”. La grande sfida è stata poi quella di iniziare nel pieno dell’estate. “C'è la tendenza a far partire i progetti a settembre, ma nessuno pensa mai all'estate. Questi sono i mesi più difficili con le scuole e i nidi che chiudono e la città che si svuota”, continua Rollo.

approfondimento

Come vivono oggi i profughi afgani in Italia?

Un laboratorio sociale

Negli ultimi anni, i centri anziani sono stati al centro di un profondo ripensamento, sia a livello nazionale sia internazionale. Il nuovo paradigma dei centri diurni intergenerazionali (in inglese “Intergenerational Day Centers”), che vorrebbero unire i servizi di assistenza per anziani e bambini, si sta diffondendo. A giugno il comune di Roma sulla base di una direttiva regionale ha approvato un regolamento per dare una nuova forma alle 150 strutture della Capitale. “Questo è un progetto sperimentale per andare incontro alla riforma dei centri anziani sociali che si vogliono aprire al territorio e alla società civile”, chiarisce il Presidente del XV Municipio Daniele Torquati. Cambia il nome, diventano "Case sociali degli anziani e del quartiere”, ma anche la sostanza. Saranno punti di socialità per tutte le età, con l'obbligo di dotarsi della "ragione sociale" che spetta alle associazioni di promozione sociale: “Il nostro è un territorio eterogeneo con quartieri popolari accanto ad altri più residenziali. Stiamo cercando – afferma Torquati – di aggredire le difficoltà e far acquisire ai cittadini consapevolezza e capacità di condivisione".

approfondimento

I ragazzi invisibili, viaggio tra i giovani che vivono in strada

Cronaca: i più letti