I No Tav hanno deviato un torrente in Val di Susa, la procura di Torino apre un'inchiesta

Cronaca
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Il fatto risale al 2020, quando nel corso di un sopralluogo furono trovati dei grossi massi in un tratto del Clarea. La "deviazione delle acque" è un reato che prevede fino a tre anni di carcere: gli indagati ad ora sono in tutto una novantina

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Un torrente della Valle di Susa è stato deviato artificialmente dai No Tav. Questo è uno dei motivi per i quali, dopo le denunce inoltrate dalle forze dell’ordine nell’ultimo periodo, la procura di Torino ha deciso di aprire un’inchiesta. Negli anni sono infatti state numerose le iniziative degli oppositori alla nuova ferrovia ad alta velocità che hanno richiesto l’intervento delle autorità. L’atto di protesta riguardante il corso d’acqua è uno dei tanti contenuti nei procedimenti aperti dalla Procura e risale al 2020. 

Reato punibile con il carcere fino a tre anni

Dagli ambienti vicini all'indagine si fa presente che l'accertamento di fatti e responsabilità non sarà semplice. La vicenda risale infatti a tre anni fa, quando nel corso di un sopralluogo furono trovati dei grossi massi in un tratto del Clarea, corso d'acqua che attraversa una valle laterale in una zona a margine del cantiere del Tav nel territorio compreso fra i comuni di Chiomonte e Giaglione. L'ipotesi considerata più "verosimile" dalle forze dell'ordine è che la scostamento sia stato funzionale al cosiddetto Presidio dei Mulini, uno dei punti d'appoggio degli attivisti No Tav e del centro sociale Askatasuna. La “deviazione di acque” è un reato previsto dall'articolo 632 del codice penale e viene punito col carcere fino a tre anni.

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Circa 90 gli indagati

Il rapporto della Procura contiene anche alcuni nomi di possibili sospettati, ma da Torino precisano che non sarà semplice risalire agli effettivi responsabili e anche accertare con precisione sufficiente l'effettiva modificazione dello stato dei luoghi. Sono numerosi, in procura, i dossier aperti su episodi riconducibili a iniziative dei No Tav e di Askatasuna. Gli indagati sono in tutto una novantina. 

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