“Ringraziamo i carabinieri, perché hanno trovato subito l’investitore, anche se non capisco perché sia ancora libero”, ha detto Emmanuel Abom, papà del 13enne investito e lasciato per strada senza essere soccorso
“È morto mentre lo tenevo tra le mie braccia”, ha detto Emmanuel Abom, papà di Chris, il ragazzo di 13 anni investito a San Vito di Negrar lunedì scorso. Lo riporta il Corriere della Sera. Nelle prossime ore il magistrato che coordina l'indagine per omicidio stradale disporrà l'autopsia sul corpo del 13enne, travolto dall'auto e lasciato per strada senza essere soccorso. Intanto il parroco di Negrar ha già concordato con la famiglia la data del funerale, che sarà celebrato sabato 12 agosto nella chiesa del comune della Valpolicella.
Il papà di Chris: “In Ghana l'investitore sarebbe in prigione”
“Era bravo a giocare. Ma il suo sogno era di diventare ingegnere, per costruire case e strade - ha detto l'uomo al quotidiano - Perché mio figlio era intelligente. Io in Africa non ho potuto studiare, ma a lui piaceva andare a scuola e, quando non capivo qualcosa, Chris poi me la spiegava così bene che capivo tutto. Ero fiero di lui”.
“Ringraziamo i carabinieri, perché hanno trovato subito l’investitore, anche se non capisco perché sia ancora libero. In Ghana, per un caso del genere, il responsabile finisce in prigione e non esce più”, ha aggiunto il padre di Chris.
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Il 39enne: "Preferirei essere morto io"
"Preferirei essere morto io, al suo posto, credetemi", ha invece detto il 39enne che lunedì sera ha investito Chris ed è fuggito lasciando il ragazzino in un fosso dov'è rimasto per quasi un'ora e mezza prima di essere soccorso. Un ritardo che è risultato datale per il 13enne. Intervistato dal Corriere della sera, l'uomo, denunciato per omicidio stradale, fuga dopo incidente e omissione di soccorso, ha ribadito quello che aveva già dichiarato ai carabinieri: "Non sono scappato: io quel ragazzino non l'ho proprio visto. Vi pare che se mi accorgevo di aver investito una persona, poi me ne andavo via come niente fosse?".
L'uomo, che abita con la fidanzata a poca distanza dal luogo dell'investimento, ha raccontato di "non mangiare e non dormire". Secondo il 39enne investitore l'incidente sarebbe avvenuto alle 21:40, in questo caso Chris sarebbe rimasto accasciato a terra quasi due ore prima che scattassero i soccorsi, "ho sentito un colpo, mi sono fermato, sono sceso, mi sono guardato intorno e non ho visto nulla. Pensavo di avere sbattuto contro un cartello stradale, perché poco lontano ce n'è uno tutto accartocciato". L'uomo in passato era stato denunciato per guida in stato di ebbrezza: "Si tratta di un errore di gioventù: avevo vent'anni" e, assistito dall'avvocato Massimo Dal Ben, ha confidato di aver deciso di scrivere una lettera ai genitori di Chris: "La darò al mio avvocato perché la consegni. Scriverò che mi dispiace. E che non l'ho fatto apposta a lasciare solo il loro bambino".