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Migranti, non c'è rotta più mortale del Mediterraneo. I DATI
In tutto il Continente europeo, nessuna calamità e nessun attentato ha provocato numeri di vittime così alti come le tragedie che si sono consumate nelle acque che bagnano i suoi Paesi meridionali. La più grave è stata quella del 18 aprile 2015, quando 1022 migranti hanno perso la vita nel Canale di Sicilia
"Non abbiamo ancora tutte le informazioni di quello che è successo, ma sembra essere la tragedia più grande nel Mediterraneo". Così la commissaria Ue per gli Affari interni, Ylva Johansson, ha parlato del naufragio al largo di Pylos, in Grecia, in cui hanno perso la vita almeno 78 migranti. Questo è il numero dei corpi già ritrovati. Ma sull’imbarcazione - partita vuota dall'Egitto e poi fermatasi nel porto libico di Tobruk per caricare i passeggeri - si stima che potrebbero esserci state fino a 750 persone (tra cui molti bambini)
Dal 2014 a oggi, secondo i dati dell’Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni), la rotta migratoria più mortale al mondo è stata proprio quella che coincide con le acque del Mediterraneo. Qui hanno perso la vita - o sono comunque scomparse- oltre 27mila persone, contro le 12.647 in Africa, le 7.846 nelle Americhe, le 5.528 in Asia, le 2.135 nell’Asia occidentale e le 1.013 nell’Europa continentale
Ma anche dentro il Mediterraneo ci sono differenze. Non c'è infatti nessun luogo più rischioso del Mediterraneo centrale, cioè quello che si trova sotto le coste italiane: dei 27mila morti che si contano negli ultimi 10 anni, 20.804 mila erano diretti proprio verso il nostro Paese. Poco più di 3mila migranti viaggiavano verso la Spagna, 2.725 verso Grecia e Cipro