Clochard ucciso, così i minori accusati giocano a fare i criminali sui social

Cronaca
Gaia Bozza

Gaia Bozza

 I due giovanissimi accusati di aver ucciso a Pomigliano Frederick Akwasi Adofo, 40 anni, pestandolo a morte mentre dormiva su una panchina, con crudeltà e per futili motivi, hanno solo sedici anni e giocano a imitare i criminali sui social, con video e foto provocatori. L'ultimo contenuto postato su TikTok da uno dei due risale a poche ore prima del fermo da parte dei carabinieri. Su una delle foto mostrate c'è la frase: "Mentre mi sta cercando la Digos"

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Sui social esaltano la violenza fine a se stessa, condividono brani trap con frasi nichiliste e di disprezzo, foto e video con armi giocattolo e passamontagna su volti dai tratti ancora quasi infantili. I due giovanissimi accusati di aver ucciso Frederick Akwasi Adofo, senzatetto, 40 anni, pestandolo a morte a Pomigliano d'Arco, nel napoletano, mentre dormiva su una panchina, con crudeltà e per futili motivi, hanno solo sedici anni e giocano a imitare i criminali. Rabbia mascherata da ostentazione, desiderio di rivalsa che passa per i soldi, le armi, la violenza, la capacità di sfuggire alle forze dell'ordine.

Clochard ucciso, l'ultimo video del ragazzo fermato 

L'ultimo contenuto pubblicato sui social da uno dei due risale a poche ore prima della cattura da parte dei carabinieri. Su un tappeto musicale trap si alternano foto con il passamontagna, con sciarpe e cappelli che travisano il volto, e frasi come: "Mentre mi sta cercando la Digos"; "Chi è capace di soffrire alla fine vincerà"; "Meglio morire in piedi che vivere in ginocchio"; C'è chi è bravo a scuola e chi è bravo nella vita". Poche ore prima, secondo gli inquirenti, insieme all'altro ragazzo avrebbe ucciso un uomo massacrandolo di botte, in scene da "Arancia meccanica" riprese dalla telecamera di videosorveglianza del supermercato di fronte al quale dormiva la vittima. Proprio incrociando social e videocamere i carabinieri, nell'indagine coordinata dalla Procura dei Minorenni, sono risaliti a loro.

Uno dei due è già accusato in un'altra vicenda

Uno dei due è stato indagato tempo fa per aver manomesso il sistema di videosorveglianza del Comune di Pomigliano d'Arco, nell'ambito di una vasta indagine condotta dall'unità baby gang della polizia locale coordinata dal comandante Luigi Maiello. Nessuno dei due ragazzi proviene da famiglie in rapporti con la criminalità organizzata. Ma il contesto è complesso, difficile, segnato da condizioni economiche e sociali precarie, in una zona della città che si trova a stretto contatto con famiglie criminali.  Anche a scuola, pare, i due ci vanno molto poco, con una frequenza intermittente, al limite con l'abbandono scolastico. Resta la strada, in assenza di alternative.

Il sospetto: l'esistenza di una baby gang

Non sarebbe un caso isolato, quello del pestaggio che ha ucciso Frederick, una persona mite, migrante sfuggito alla morte e all'inferno libico già più volte, richiedente asilo e poi in strada dopo la fine della permanenza nel centro di accoglienza. La polizia locale, che sta coadiuvando i carabinieri, sta approfondendo alcuni aspetti relativi ad altri minorenni che potrebbero far parte di una baby gang di cinque o sei giovanissimi, insieme ai due accusati. Non più bambini, non ancora adulti, che vedono solo rabbia e niente futuro.

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