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Poliziotti arrestati a Verona, chi è il capobanda Alessandro Migliore

Cronaca
©Ansa

L'uomo è ritenuto dai magistrati il più crudele del gruppo. Al telefono raccontava alla fidanzata le violenze che infliggeva alle vittime nelle celle della sezione Volanti della Questura di Verona

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Alessandro Migliore, 24 anni, per i magistrati è il più crudele tra i poliziotti arrestati a Verona per violenze e torture avvenute tra le pareti della Questura. L'agente si vantava al telefono con la fidanzata delle azioni commesse contro le vittime. Nell’atto d’accusa si sostiene poi che Migliore abbia "istigato" un altro poliziotto a tirare un calcio alla schiena a un uomo che era stato fermato. "Appena amò mi guarda, mi ero messo il guanto - è il contenuto dell'intercettazione di una chiamata tra l'agente e la compagna - ho caricato una stecca amò: bam! Lui chiude gli occhi, di sasso, per terra è andato a finire, è rimasto là. È svenuto. Si è irrigidito tutto ed è caduto, sai, hai presente i ko".

Chi è Alessandro Migliore

Tatuaggio maori sul pettorale destro, gli orecchini d'oro, i muscoli in bella vista sui profili social, Migliore è nato a Torre del Greco, cresciuto a Roma e ora stabile a Verona dopo l'arruolamento in polizia. Non era un capopattuglia ma era riuscito ad abbattere le barriere della gerarchia ed era come se lo fosse. Per i giudici era lui il "capo" del sistema di violenze della Questura di Verona. Il 24enne è amante della bella vita e sono state proprio le serate al locale notturno Piper, un ristorante con discoteca sulle colline veronesi, a tradirlo. L'agente ha coltivato un'amicizia con un gruppo di albanesi sospettati di tentato omicidio e detenzione di armi. I loro telefoni erano sotto controllo nell'ambito di un'altra indagine e così si sono scoperte le omissioni che il giovane ha compiuto per aiutare il gruppo. Migliore è arrivato al punto di nascondere, durante una perquisizione, la presenza di una pistola, con cui uno di questi aveva minacciato un'ex fidanzata.

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"Ha iniziato a sbroccare... Vabbè, gli abbiamo tirato due tre schiaffi a testa - dice Migliore in una telefonata alla fidanzata - ma così, giusto per... Allora si è buttato a terra, gli stavo per dare un calcio, però... L’ho messo in piedi... Ho fatto sinistro destro, pam pam... Il collega fa “no, grande Ale”... Si è spento, l’ho portato dentro la cella, ho preso lo spray e gliel’ho spruzzato tutto sulla faccia". Per i magistrati, l’uso dello spray urticante anche su soggetti ridotti all’impotenza è "indicativo della volontà d'infliggere ulteriore, gratuita sofferenza a un soggetto già percosso con violenza"; così come gli insulti "con parole di discriminazione razziale" nei confronti degli stranieri sono il sintomo di un "pessimo comportamento, inutilmente aggressivo e violento". I magistrati nell'ordinanza lo descrivono come una persona dalla "spiccata propensione criminosa", un violento in grado di "torturare con sadico godimento".

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