Roma Pride, Regione Lazio revoca patrocinio: "No sostegno a chi promuove utero in affitto"
CronacaLa Giunta ha fatto sapere che la firma istituzionale della Regione "non può, né potrà mai, essere utilizzata a sostegno di manifestazioni volte a promuovere comportamenti illegali, con specifico riferimento alla pratica del cosiddetto utero in affitto". Magi (+Europa): "Con Fdi omofobia è di Stato". Zan (Pd): “È schizofrenia di odio, non lo permetteremo”. Sindaco Gualtieri: “Roma lo patrocina, io sarò in piazza”
La Regione Lazio ha revocato il patrocinio alla manifestazione "Roma Pride 2023". Anche se la Giunta "ribadisce il proprio impegno sui diritti civili, come dimostra, del resto, l'operato pluriennale del Presidente Francesco Rocca", la firma istituzionale della Regione Lazio "non può, né potrà mai, essere utilizzata a sostegno di manifestazioni volte a promuovere comportamenti illegali, con specifico riferimento alla pratica del cosiddetto utero in affitto". Una scelta criticata dalle opposizioni, con la senatrice del Pd Cecilia D'Elia che ha parlato di una decisione "grave", mentre il segretario di +Europa Riccardo Magi ha detto che "la revoca del patrocinio al Roma Pride da parte della Regione Lazio dimostra ancora una volta che con Fratelli d'Italia al governo l'omofobia è istituzionalizzata, è una omofobia di Stato". Esulta il movimento Pro Vita, mentre dal Pride fanno sapere che “noi non toglieremo il logo". Mentre il sindaco della Capitale Roberto Gualtieri ha invece annunciato che “il Roma Pride è una manifestazione importante per la comunità Lgbt+ e per tutti i cittadini che combattono le discriminazioni e sostengono i diritti. Per questo Roma Capitale ha assicurato il proprio patrocinio e per questo sabato sarò in piazza per il Pride".
Le motivazioni dietro la revoca
La decisione di revocare il patrocinio per il Roma Pride, che è in programma sabato prossimo, "si è resa necessaria e inevitabile a seguito delle affermazioni, dei toni e dei propositi contenuti nel manifesto dell'evento intitolato 'Queeresistenza', consultabile pubblicamente sul sito della kermesse. Tali affermazioni violano le condizioni esplicitamente richieste per la concessione del patrocinio precedentemente accordato in buona fede da parte di Regione Lazio". E anche "alla luce di quanto dichiarato da Mario Colamarino, presidente del Circolo Mario Mieli e portavoce del Roma Pride”, fa ancora sapere la Giunta.
“Patrocinio della Regione strumentalizzato”
"Si esprime altresì rammarico per il fatto che il patrocinio, concesso in buona fede da Regione Lazio, sia stato strumentalizzato. Quanto avvenuto rappresenta un'occasione persa per costruire un dialogo maturo e scevro da ogni ideologia - fortemente voluto e sentito da questa Amministrazione - per promuovere una reale inclusione e combattere ogni forma di stigma e discriminazione”. La Giunta del Lazio poi "ribadisce il proprio impegno sui diritti civili, come dimostra, del resto, l'operato pluriennale del Presidente Francesco Rocca su temi fondamentali che nulla hanno a che vedere con la maternità surrogata, questione peraltro totalmente estranea alle competenze regionali". "In particolare, il testo viola le condizioni di rispetto esplicitamente richieste nei confronti delle sensibilità dei cittadini del Lazio e rivendica l'imposizione della legalizzazione di azioni illegali e vietate dall'ordinamento italiano".
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Zan (Pd): “È schizofrenia di odio, non lo permetteremo”
La senatrice del Pd Cecilia D'Elia ha criticato duramente la scelta: “La revoca del patrocinio al Pride di Roma da parte della Regione Lazio è atto grave, un passo indietro sul terreno dell'impegno dei diritti, della lotta alle discriminazioni. Inutile agitare lo spettro della GPA, il Pride è da sempre il momento in cui la comunità lgbtq+ si mostra con tutto l'orgoglio delle sue battaglie per una piena cittadinanza, a partire dal doveroso riconoscimento dei diritti delle bambine e dei bambini delle famiglie arcobaleno". E l'ex deputato Dem Alessandro Zan ha scritto su Twitter: “Dopo averlo concesso, oggi la Regione Lazio ritira il patrocinio a Roma Pride. Una schizofrenia di odio e discriminazione che la destra vuole diffondere usando le istituzioni. Non permetteremo che continui questa crociata contro la cittadinanza lgbtqia+. Tuttə al Roma Pride!".
Magi: “Regione Lazio dimostra che con Fdi omofobia è di Stato”
Il segretario di +Europa e deputato Riccardo Magi ha detto: "Non c'entra nulla l'utero in affitto, non c'entrano nulla i presunti comportamenti illegali cui fa riferimento la Giunta: la revoca del patrocinio al Roma Pride da parte della Regione Lazio dimostra ancora una volta che con Fratelli d'Italia al governo l'omofobia è istituzionalizzata, è una omofobia di Stato. Ed è sconvolgente come il presidente Rocca si ponga come cane da guardia dei pro-vita che proprio oggi avevano chiesto il ritiro del patrocinio. Rocca se ne frega di tutti i cittadini del Lazio che invece credono nei diritti Lgbti+".
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Pro Vita: “Bene ritiro patrocinio al Pride dopo nostra denuncia”
A esprimere soddisfazione è stato invece Jacopo Coghe, portavoce della onlus Pro Vita & Famiglia: “Accogliamo con favore il ritiro del patrocinio della Regione Lazio al gay Pride dopo la nostra denuncia. Supportare i Pride significa infatti dare man forte a chi vuole legalizzare l'utero in affitto, il matrimonio egualitario, le adozioni per coppie dello stesso sesso, le trascrizioni anagrafiche per i figli delle coppie gay, ma anche legittimare l'identità di genere, il self-id, i progetti gender nelle scuole di ogni ordine e grado, e la carriera alias in tutti gli istituti di istruzione". Pro Vita si augura che "non si ripetano più errori che potrebbero costar caro in termini di salute, benessere e rispetto dei diritti di donne, bambini, adolescenti e delle famiglie italiane. Da parte nostra continueremo a monitorare attentamente ogni atto amministrativo e politico della giunta presieduta da Rocca perché non sia mai veicolo dell'ideologia gender e Lgbt+".
Roma Pride: "Regione Lazio pavida, noi non toglieremo il logo"
Il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli ha invece fatto sapere che “dopo la concessione del patrocino al Roma Pride il neo Governatore della Regione Lazio Francesco Rocca paga il debito elettorale a Pro Vita e ritira il patrocinio concesso con delle motivazioni pretestuose dato che la Regione Lazio conosceva le rivendicazioni e i contenuti politici della manifestazione". Per Mario Colamarino, portavoce del Roma Pride, “siamo ormai alla farsa 'Pro Vita ordina e la politica esegue’. Con l'ironia che ci contraddistingue ringraziamo Pro vita per averci offerto un servizio di ufficio stampa gratuito. Grazie a loro siamo certi che sabato 10 giugno alla grande parata che partirà da Piazza della Repubblica alle ore 15.00 ci sarà una folla oceanica che crede nei diritti, nell'uguaglianza e nella laicità. Per quanto riguarda il Governatore Francesco Rocca, lo rassicuriamo che visto che la Regione Lazio è delle cittadine e dei cittadini, quindi anche nostra e non di un manipolo di talebani cattolici, non toglieremo il logo della Regione Lazio dal nostro sito. Il Governatore può tranquillamente rivolgersi a Pro Vita, che viste le affinità sicuramente potrà consigliargli qualche hacker russo, ungherese o polacco per farlo rimuovere. Con la generosità che ci contraddistingue concediamo il patrocinio speciale del Roma Pride, creato apposta per il Governatore. Quello dell'ignavia”. Colamarino, replicando poi sulla questione dell’utero in affitto, ha aggiunto: "La ritengo una strumentalizzazione: il fenomeno della gestazione per altri riguarda il 90% coppie eterosessuali e come al solito la parte dell'ultradestra, dei talebani cattolici utilizza il tema, come un'arma, per attaccare la nostra comunità".