Luigi Ciavardini, chi è l’ex terrorista NAR condannato a 30 anni per la strage di Bologna

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L'uomo è accusato di aver ucciso il poliziotto Francesco Evangelista, il giudice Mario Amato e di aver partecipato a quanto accaduto nell’agosto del 1980 alla stazione di Bologna. Ha fatto discutere il suo rapporto con la neopresidente della Commissione Antimafia Chiara Colosimo, che ha precisato: "Io non ho amicizie. Conosco il presunto Ciavardini poiché lui è in un'associazione che si occupa del reinserimento di altri detenuti nel momento in cui hanno scontato le loro pene"

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L’elezione della deputata di Fratelli d’Italia Chiara Colosimo a presidente della Commissione antimafia ha riportato alla luce la storia dell’ex terrorista nero Luigi Ciavardini. L'esponente di FdI è stata accostata all'ex NAR per via del “Gruppo idee”, un’associazione che si occupa del recupero e del reinserimento dei detenuti e presieduta da Germana de Angelis, moglie di Ciavardini. "Io non ho amicizie. Ho semplicemente espletato, nelle mie funzioni di consigliere regionale, quello che mi era concesso e che era anche dovuto e cioè incontrare anche persone che sono state o sono detenute - ha replicato Colosimo - Conosco il presunto Ciavardini, esattamente come lo conoscono moltissimi altri eletti di altre appartenenze politiche, poiché lui è in un'associazione che si occupa, come da articolo 27 della Costituzione, del reinserimento di altri detenuti nel momento in cui hanno scontato le loro pene".

Chi è Ciavardini

Luigi Ciavardini ha alle spalle una lunga militanza nelle formazioni eversive nere. Dal 2009 in semilibertà, l’ex esponente dei Nuclei Armati della Rivoluzione ha ricevuto condanne a 30 anni per la strage di Bologna, a 13 anni per l’omicidio del poliziotto Francesco Evangelista e a 10 anni per l’assassinio del giudice Mario Amato. Insieme a Giusva Fioravanti e Francesca Mambro, è considerato uno dei terroristi neri più pericolosi degli anni Ottanta: anche da questo deriva il suo soprannome, Gengis Khan. Tale appellativo gli arriva dopo il primo delitto, commesso quando è ancora minorenne nel maggio del 1980: insieme a Fioravanti, Mambro e Gilberto Cavallini prende parte all'attentato davanti al liceo romano Giulio Cesare in cui viene ucciso l'appuntato di polizia Francesco Evangelista (detto "Serpico") e ferito il suo collega Giuseppe Manfreda. Poche settimane più tardi, nel giugno dello stesso anno, insieme a Cavallini uccide il sostituto procuratore Mario Amato, che da circa due anni conduceva le principali inchieste sui movimenti eversivi di destra. Gli inquirenti però vedono la sua mano anche in uno degli eventi più sanguinosi dello stragismo nero, avvenuto proprio nel 1980: il 2 agosto una bomba esplode alla stazione di Bologna Centrale, uccidendo 85 persone e ferendone altre 200. Un evento che, dopo diverse vicende giudiziarie, lo porterà a una condanna a 30 anni di carcere nel 2007 ma senza due capi di imputazione importanti, come il concorso nella collocazione dell’ordigno esplosivo e le lesioni.

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Le sentenze

Tra fine anni Ottanta e i primi anni Duemila Ciavardini entra ed esce dal carcere: ad agevolarlo c’è la sua età (è infatti ancora minorenne all’epoca dei fatti nel 1980), ma questo comunque non gli evita di andare in carcere per 4 volte e di venir condannato a 44 anni di reclusione, con la possibilità di ottenere la libertà condizionale dopo 26. In merito ai fatti, Ciavardini si è sempre dichiarato innocente per quanto riguarda la strage di Bologna: a tal proposito ha anche pubblicato un libro, La strage di Bologna e il terrorista ignoto. Luigi Ciavardini, in cui ha dichiarato la sua innocenza ed evidenziato quelli che ritiene errori giudiziari su quanto accaduto in quell’agosto del 1980. "Per me c'è stato un continuo accanimento. Sono convinto di questo. Non potevano tirarmi in ballo direttamente e all'improvviso, senza che prima si fosse fatto il mio nome, vengono fatti i nomi di Taddeini e De Angelis a tavolino. È grave dirlo, ma nei tribunali di Bologna hanno tirato fuori una sceneggiatura da far concorrenza alle fiction della Rai", ha dichiarato Ciavardini in merito ai fatti nel libro Tutta un’altra strage.

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