Mattarella ai David: "Il cinema appartiene alla nostra civiltà"

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Al termine della cerimonia di presentazione dei candidati al David di Donatello in programma questa sera, è intervenuto con un discorso il presidente della Repubblica

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Questa mattina al Quirinale, presentata da Geppi Cucciari e alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha tenuto un discorso alla platea, si è svolta la cerimonia di presentazione dei candidati ai David di Donatello. La consegna dei premi per l’edizione numero 68 si terrà questa sera a Cinecittà dalle ore 21.30, e sarà presentata da Carlo Conti e Matilde Gioli, tra gli ospiti atteso anche il celebre attore statunitense Matt Dillon.

Mattarella: "La storia del cinema è la storia dell'Italia"

"Saluto tutti voi, candidati ai Premi David di Donatello, e tramite voi quanti partecipano alla vita, alla creatività, allo sviluppo del nostro cinema" ha dichiarato il presidente della Repubblica. "Grande riconoscenza rinnoviamo nei confronti di Gian Luigi Rondi, che ebbe l'intuizione di questo premio 68 anni or sono, riuscendo con vera grande tenacia a radicarlo e farlo crescere. Lo ricordiamo mentre portiamo avanti il testimone che ci ha lasciato. Il cinema è immaginazione e storia, emozione e cultura. è anche svago, sogno e libertà e ha impresso segni indelebili nella memoria di ciascuno e appartiene alla nostra civiltà come uno dei suoi tratti identitari. Proprio i David ci aiutano a tracciare e scandire il percorso, ad avere la percezione del cammino compiuto, dei valori in campo, di questo patrimonio di arte e cultura che fa pienamente parte della storia italiana. Il cinema è un testimone che passa di mano in mano. Alla prima edizione del David, nel 1956, venne premiato Vittorio De Sica per "Pane, amore e…", compie sessant'anni "Il Gattopardo" di Luchino Visconti. Cinquant'anni or sono - era il 1973 - arrivò nelle sale "Amarcord" di Federico Fellini, poi vincitore dell'Oscar. Potrei continuare, ma rischierei di trascurare capolavori assai più di quanti sarebbe possibile citare. Una sequenza emozionante di film che hanno fatto epoca, che hanno fatto conoscere il nostro talento nel mondo, che hanno anche scandito la vita della Repubblica e riempito l'album dei nostri ricordi".

"Le sale cinematografiche patrimonio di socialità"

Ancora il presidente della Repubblica: "Abbiamo superato le insidie più gravi di una pandemia che ha lasciato segni drammatici e profondi nella vita sociale. Ha imposto una frenata a tante attività. Ma l'industria del cinema non si è fermata neppure durante il lockdown e ha ripreso velocemente il suo percorso. La sempre più stretta correlazione tra produzioni cinematografiche e televisive, la molteplicità delle piattaforme hanno aperto strade nuove, che le professionalità del cinema sono riuscite a utilizzare con grande risultati". Poi un pensiero alle sale sempre più vuote: "Tra i problemi tuttavia vi è quello che riguarda le presenze nelle sale cinematografiche. Purtroppo non sono soddisfacenti, e anche il confronto con paesi vicini ci vede indietro. Occorre attenzione. Le sale, i tanti nostri "Nuovo Cinema Paradiso", rappresentano un patrimonio di socialità. Non vanno ignorati i problemi ma nel cambiamento il cinema può vincere la sua partita".

"Le istituzioni sostengano la cultura"

"Il Piano nazionale di ripresa e resilienza ha capitoli rilevanti che interessano il cinema e la cultura - ha affermato all'interno del suo discorso Mattarella -, è una opportunità storica quella che abbiamo davanti, una sfida che dobbiamo superare come Paese. La condizione per riuscire a ottenere i risultati migliori dai progetti messi in campo è la capacità di tutti gli operatori, delle istituzioni pubbliche, delle imprese, degli artisti come di ogni categoria di lavoratori del cinema, di dialogare proficuamente e trovare intese e convergenze. Il nostro talento continua a essere apprezzato ovunque. Il gusto e la qualità italiane hanno nel cinema, con le sue radici e le sue icone, un grande propulsore. Le istituzioni sono quindi chiamate a sostenere la cultura nelle sue diverse espressioni. Promuovere cultura vuol dire promuovere anzitutto la sua libertà".

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