Congelati i beni in Italia di Artem Uss. Tra questi un villino e fondi per 160mila euro

Cronaca
Ansa/ RIA Novosti/ Social Artyom Uss

Il ministro dell'Economia Giorgetti ha firmato un decreto che dispone il congelamento del 40,1% del capitale sociale della Luxury Sardinia, detenuto dall'imprenditore russo, e della casa a Basiglio dove stava scontando i domiciliari. L'uomo è evaso lo scorso marzo ed è riapparso in Russia il 4 aprile

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I beni in Italia di Artem Uss sono stati congelati, come previsto da un decreto firmato dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. L’uomo d’affari russo è evaso il 22 marzo dalla sua casa a Basiglio, dove stava scontando gli arresti domiciliari – con obbligo di indossare il braccialetto elettronico – all’indomani del primo via libera alla sua estradizione negli Usa. Tra i beni per cui è stato disposto il congelamento figurano il 40,1% del capitale sociale della Luxury Sardinia, società con sede legale a Loiri Porto San Paolo, in provincia di Sassari, detenuto a sua volta da una società cipriota situata a Nicosia. Nel testo del provvedimento firmato da Giorgetti si menzionano anche il suo villino a Basiglio e fondi per poco più di 160mila euro presso una filiale di Olbia del Banco di Sardegna. Il decreto del Mef demanda alla Guardia di Finanza la notifica del decreto e la sua esecuzione. L'Agenzia del Demanio invece assumerà la gestione delle risorse economiche di Artem Uss.

L’informativa di Nordio

Il caso ha scatenato una bufera mediatica che ha portato il ministro della Giustizia Nordio a rispondere per oltre un’ora in un’informativa alla Camera dei Deputati che si è tenuta ieri, 20 aprile. Il Guardasigilli ha escluso qualsiasi tipo di responsabilità per quanto successo e, anzi, ha rivendicato la scelta di esercitare l'azione disciplinare contro i giudici della Corte d'appello di Milano che hanno fatto uscire Uss dal carcere, respingendo le accuse di interferenza e di lesione dell'autonomia che gli sono venute non solo dall'Anm, ma anche dall'avvocatura e da autorevoli giuristi. L'opposizione resta critica: troppe cose non tornano rispetto a una vicenda che ha esposto il Paese "a una figuraccia internazionale", dicono Pd e +Europa non convinte nemmeno dalla rassicurazione del ministro degli Esteri Antonio Tajani che il rapporto con gli Usa resta "solido e leale". 

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Cosa è successo

L’imprenditore russo, figlio del governatore di una regione siberiana vicino a Putin, era stato bloccato lo scorso 17 ottobre 2022 all’aeroporto di Malpensa, su mandato d'arresto internazionale disposto da giudici di New York. L'uomo era ricercato negli Stati Uniti per contrabbando di petrolio, che dal Venezuela avrebbe trasferito verso Cina e Russia, frode bancaria e presunto traffico di tecnologie militari (dagli Stati Uniti verso Mosca). Gli sono stati concessi i domiciliari, a partire dal 2 dicembre. In questi mesi, oltre ad essere autorizzato a ricevere visite e a vari colloqui telefonici, avrebbe avuto a disposizione anche i suoi due cellulari che non gli furono sequestrati fino al 13 marzo. Dopo la fuga, in poche ore è arrivato in auto al confine triestino ed è poi riapparso in Russia il 4 aprile. La Procura generale di Milano si è detta contraria alla scelta della Corte d’Appello di concedergli i domiciliari, perché ci sarebbero già stati tutti gli elementi, comprese le sue grandi disponibilità economiche e i contatti all'estero, per ritenere che Artem Uss dovesse restare in carcere. E questo a prescindere dai solleciti del Dipartimento della Giustizia Usa che aveva evidenziato il rischio che scappasse. La Corte d'Appello milanese ha spiegato invece che i domiciliari con braccialetto elettronico vennero decisi perché considerati adeguati a contenere il pericolo di fuga e che, semmai, sarebbe stato il Ministero della Giustizia, valutati gli elementi nuovi offerti dagli Stati Uniti, a dover chiedere l'aggravamento della misura cautelare. 

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