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Cospito ricorre alla Corte di Strasburgo contro il 41 bis

Cronaca

In un primo momento la Consulta aveva bocciato come "illegittimo" il divieto alle attenuanti. Decisione che apre la strada a uno sconto di pena con una condanna compresa tra i 20 e i 24 anni e non più l'ergastolo

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L'anarchico Alfredo Cospito ha interrotto lo sciopero della fame iniziato nell'ottobre dello scorso anno. La decisione è stata comunicata al Tribunale della Sorveglianza di Milano e, al momento, non è stata motivata. Ieri la Consulta aveva bocciato come "illegittimo" il divieto alle attenuanti. Decisione che apre la strada a uno sconto di pena con una condanna compresa tra i 20 e i 24 anni e non più l'ergastolo. L'anarchico dal 20 ottobre scorso era in sciopero della fame per protestare contro il regime carcerario del 41 bis. Compilando un modello prestampato, che si usa per rilasciare dichiarazioni, ha messo nero su bianco la sua volontà di riprendere subito ad alimentarsi. La decisione comunicata stamane all'istituto carcerario è stata trasmessa al tribunale di Sorveglianza di Milano.

Il ricorso

Cospito ha presentato un nuovo ricorso alla Corte di Strasburgo, questa volta contro il regime del 41 bis. È quanto dichiara una dei suoi legali, l'avvocata Antonella Mascia, nel giorno in cui l'anarchico annuncia di aver interrotto lo sciopero della fame. Nel ricorso si sostiene che sono stati violati diversi diritti di Cospito, tra cui quello a non essere sottoposto a maltrattamenti, perché "il regime differenziato applicato a Cospito è disumano per il suo carattere afflittivo, la sua illegittimità e sproporzione", evidenzia l'avvocata Mascia. 

"Basta col digiuno, ho raggiunto gli obiettivi"

Gli "obiettivi prefissati" sono stati "raggiunti", ossia è stato "svelato" all'opinione pubblica "cosa significhi in concreto il regime detentivo speciale: illogiche privazioni imposte ai detenuti, aspre limitazioni prive di una legittima finalità, deprivazione sensoriale, un ambiente orwelliano". E la "decisione" della Corte europea per i diritti dell'uomo "merita di essere attesa", considerando che avrà tempi molto lunghi, "incompatibili" con la prosecuzione dello sciopero della fame. È l'avvocato Flavio Rossi Albertini, dopo averlo incontrato anche oggi nel reparto di medicina penitenziaria dell'ospedale San Paolo di Milano, a sintetizzare le motivazioni che hanno portato Alfredo Cospito ad interrompere, dopo sei mesi, il digiuno che stava portando avanti per protestare contro il 41bis dal 20 ottobre. "Trascorsi 180 giorni di digiuno e dopo aver esposto a rischio la propria vita - ha spiegato il suo legale - essere dimagrito 50 chilogrammi e aver ormai irrimediabilmente compromesso la propria funzione deambulatoria dovuta allo scadimento irreversibile del sistema nervoso periferico, ha deciso di porre fine allo sciopero della fame". 

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