
Scuola, gite e viaggi d'istruzione in Italia: come cambiano in tempi di crisi
La metà degli studenti delle scuole secondarie rinuncerà al viaggio di istruzione con il pernottamento fuori casa per mancanza di docenti e per questioni economiche legate all'inflazione e alla crisi energetica. Il dato emerge dall'osservatorio del portale Skuola.net che ha intervistato 3.500 alunni di classi medie e superiori

La metà degli studenti delle scuole secondarie rinuncerà al viaggio di istruzione, quello con il pernottamento fuori casa. Stavolta però non a causa del Covid. Oltre ai problemi dei professori introvabili, si sono infatti aggiunte questioni economiche legate all'inflazione e alla crisi energetica. A segnalare il dato è l'osservatorio sulle gite scolastiche del portale Skuola.net che ha intervistato 3.500 alunni delle classi medie e superiori
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Nel sondaggio, solo il 18% degli studenti intervistati ha dichiarato di aver già svolto la gita, a cui però va sommato un 30% che ce l'ha programmata nei prossimi mesi. Per il 17% degli studenti, invece, le speranze di partire sono molto basse visto che ancora non è stato organizzato nulla
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Al 28% degli intervistati la scuola ha già comunicato che quest'anno non ci sarà nessun viaggio di istruzione con almeno una notte passata fuori casa. C'è anche chi, quasi uno su 10, non andrà per scelta personale o della famiglia. Inoltre, il 28% degli interpellati non farà neanche la visita di un giorno, quella dalla mattina alla sera
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Alla base del 34% dei casi di rinuncia al viaggio d'istruzione c'è, come in passato, il rifiuto dei professori di prendersi la responsabilità di accompagnare decine di adolescenti, ma in quasi un caso su quattro dietro la decisione di non andare in gita ci sono questioni economiche. Quest'ultime a volte sono esplicite, con il 15% che fa notare i costi elevati, mentre in altri casi implicite, con il 7% degli intervistati che dichiara che non si è raggiunto un numero sufficiente di partecipanti. Il 17% degli alunni invece sono stati fermati per motivi disciplinari
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Secondo l'osservatorio, i costi dei viaggi - che comprendono albergo, trasporti, pasti e altre spese - hanno un impatto anche sugli itinerari di quelli che in gita ci andranno o ci sono già stati. Nel 26% dei casi il fattore determinante nella scelta della meta è stato proprio la sua "economicità". E, più in generale, la spesa finale è stata presa in grande considerazione in due casi su tre
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Per quanto riguarda le destinazioni, si assiste a una sorta di fuga da quelle estere, sicuramente più care. Tre studenti su quattro resteranno all'interno dei confini nazionali. I viaggi all'estero salgono di poco nelle scuole superiori (31% dei casi), probabilmente spinti da quelli svolti dai ragazzi dell'ultimo triennio e soprattutto dai maturandi. Per le classi medie le gite in Italia sfiorano il 90% del totale
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Nel 43% dei casi le gite che prevedono di dormire fuori sono state o saranno tra i due e i tre giorni mentre solo nel 16% dei casi si è arrivati o si arriverà a sfiorare la settimana intera. Per quanto riguarda la spesa, in due casi su tre il budget per il pacchetto viaggio più soggiorno non supererà i 400 euro. In un caso su cinque si riuscirà addirittura a stare sotto i 200 euro. Altrettanti, invece, dovranno mettere in conto di spendere una cifra compresa tra i 400 ed i 600 euro, mentre uno su sette oltre i 600 euro
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Non sempre la mancata adesione dei singoli è legata alla scarsità di risorse finanziarie. Tra gli studenti che hanno deciso di non andare in gita la motivazione più diffusa è il mancato desiderio di socialità, nel 36% dei casi, che prevale sui motivi economici, 30%, o sulla diffidenza dei genitori, 17%.
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