Portovesme, protesta dopo mancato accordo su vertenza: tende sul tetto e operai incatenati

Cronaca

È stata proclamata l'assemblea permanente alla fonderia di San Gavino, con tanto di tende sul tetto piazzate da quattro operai. Altri tre lavoratori si sono incatenati ai tornelli dell'impianto a Portovesme. La protesta, che va avanti ormai da mesi, si è riaccesa dopo la fumata nera nel vertice sulla vertenza ieri al Mimit 

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Si riaccende la protesta degli operai a Portovesme, frazione del comune di Portoscuso in provincia del Sud Sardegna, dopo la fumata nera di ieri nel vertice sulla vertenza al Ministero delle Imprese e del Made in Italy a Roma. I lavoratori della Portoversme srl nei due siti industriali del Sulcis e del Medio Campidano non hanno aspettato la riunione convocata dai sindacati per il 27 marzo: già da ieri sera è stata proclamata l'assemblea permanente alla fonderia di San Gavino, con tanto di tende sul tetto piazzate da quattro operai, mentre altri tre lavoratori si sono incatenati ai tornelli dell'impianto a Portovesme. I sindacati, a quanto si è appreso, saranno a San Gavino per monitorare la situazione. A rischio ci sono in totale circa 1.450 posti di lavoro.

Assemblea permanente alla fonderia di San Gavino con tanto di tende sul tetto, piazzate da quattro operai, mentre altri tre loro colleghi si sono incatenati ai tornelli dell'impianto a Portovesme, San Gavino Monreale, 25 marzo 2023. ANSA/ UFFICIO STAMPA ++HO - NO SALES EDITORIAL USE ONLY++
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Dichiarato lo stato di agitazione

In una nota della rappresentanza sindacale unitaria della fonderia del Medio Campidano si legge che "la Rsu della Portovesme Srl, stabilimento di San Gavino Monreale" dichiara lo stato di agitazione "con un'assemblea permanente all'interno dello stabilimento in attesa che l'azienda riveda la propria presa di posizione unilaterale". La decisione è stata presa "visto l'esito negativo dell'incontro avvenuto al Mimit, la presa di posizione dell'azienda nel non riavvio degli impianti fermi o in manutenzione, la comunicazione pervenuta in questi giorni sull'apertura della Cigs, con conseguenti proposte di cassa a zero ore senza un margine di trattativa per tutti i lavoratori coinvolti, e l'imminente cessazione del rapporto di lavoro degli interinali e ditte di appalto", si legge nel comunicato. La protesta è scoppiata a quasi un mese dall'azione dei quattro lavoratori che salirono a 100 metri di altezza su una ciminiera dell'impianto del Sulcis per sollecitare una soluzione sul costo dell'energia che grava sui due stabilimenti sardi della Glencore a Portovesme e San Gavino.

Quattro lavoratori della Portovesme srl, nel Sulcis, si sono asserragliati sulla ciminiera dell'impianto Kss a 100 metri di altezza. La clamorosa protesta, corredata da un comunicato, è stata messa in atto per porre in modo forte il tema del caro energia e della fermata di quasi tutti gli impianti della Portovesme srl che metterebbe a rischio 1300 buste paga, 28 febbraio 2023. ANSA

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Assemblea permanente alla fonderia di San Gavino con tanto di tende sul tetto, piazzate da quattro operai, mentre altri tre loro colleghi si sono incatenati ai tornelli dell'impianto a Portovesme, San Gavino Monreale, 25 marzo 2023. ANSA/ UFFICIO STAMPA ++HO - NO SALES EDITORIAL USE ONLY++
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Fumata nera sulla vertenza

Nell'incontro di ieri il ministero delle Imprese e del Made in Italy, dove si è tenuto il secondo tavolo nazionale della vertenza conclusosi con una fumata nera, ha messo in campo il credito di imposta per tre mesi che dovrebbe avere il via libera il 31 nel prossimo consiglio dei ministri. Poi ha chiesto il riavvio degli impianti incalzando l'azienda sulle tariffe energetiche che non sono più quelle elevate registrate lo scorso anno con l'inizio della guerra in Ucraina. Anche la Regione sarda ha chiesto all'azienda di ripartire, ma le produzioni di piombo continuano a restare ferme anche in attesa delle interlocuzioni con i gestori elettrici per un eventuale accordo bilaterale che possa garantire un prezzo adeguato per un lasso di tempo congruo agli investimenti della multinazionale, la quale già a maggio dovrebbe far partire uno studio di fattibilità per un revamping che punta a produrre batterie di ultima generazione. Un piano che non dovrebbe interessare la fonderia di San Gavino, il cui futuro è ancora più incerto.

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